Monte San Giacomo: chi c’è dietro il manufatto abusivo in zona parco ? e il Codacons di De Luca dov’è ?

 

Aldo Bianchini

MONTE S.G. – La notizia della scoperta di un “manufatto abusivo in zona Parco” nel Comune di Monte San Giacomo (ai piedi del Monte Cervati) è approdata addirittura su “Urbium”, una rivista scientifica specializzata in materia ambientale. Nel numero di gennaio della prestigiosa rivista, ai nn. 41 – 42 e 43, vengono riportati alcuni stralci di articoli giornalistici che nei giorni tra il 22 e il 23 gennaio 2014 hanno pubblicato (su carta stampata, in tv e sul web) la notizia del sequestro giudiziario dello stesso manufatto operato dal Corpo Forestale del C.T.A. di Vallo della Lucania. Qualche testata giornalistica ha anche avuto il coraggio di pubblicare le iniziali delle generalità dei tre denunciati alla Procura della Repubblica di Lagonegro (ora competente per territorio giurisdizionale): R.P.A.D. e S.A.  Nessuno, dico nessuno, si è minimamente o lontanamente posto la domanda più ovvia per uno che fa questo “benedetto” mestiere del giornalista: <<Chi c’è dietro il manufatto edilizio abusivo in zona Parco ?>>. Capisco perfettamente che il “giornalismo d’inchiesta” fa parte ormai e purtroppo della preistoria ed appartiene ai pionieri di questo che rimane uno dei più belli mestieri del mondo, oggi la velocità della sola notizia ha preso la pool position soprattutto sul web, ma in questo caso la notizia succinta e sibillina doveva almeno stimolare la curiosità di qualcuno per andare a scoprire cosa sta accadendo da qualche anno nel paese più socialista della provincia di Salerno, e non solo. A Monte San Giacomo, amici lettori, qualche anno fa è nato addirittura il “Comitato 18 agosto 2006” composto da autentici paladini della natura e dell’ambiente; basta pensare soltanto al fatto che quel comitato nacque proprio mentre i suoi componenti (Pietro Caporrino, Domenico Aluotto, Raffaele Totaro, Palmiro Clemente e Domenico Lisa) stavano compiendo una “salubre passeggiata ferragostana” per le stradine di montagna. Quella passeggiata e, soprattutto, la scoperta di un “manufatto edilizio” (forse abusivo !!) in zona Parco cambiò radicalmente le loro vite facendoli d’improvviso passare dalla normalità quotidiana alla vigilanza continua, indefessa ed imperterrita sul rispetto della natura e dell’ambiente. Almeno così recitavano le cronache iniziali dell’epoca nel raccontare le encomiabili azioni del Comitato che a distanza di otto anni dalla sua nascita sembra essersi, se non proprio sciolto come la neve del Cervati al sole, almeno spaccato al suo interno. Comunque sia quel Comitato fu protagonista di una battaglia più politica che ambientalista contro il titolare della licenza edilizia relativa a quel manufatto di cui alla salutare passeggiata ed anche contro l’amministrazione comunale di Monte San Giacomo, rea di aver rilasciato i richiesti permessi sulla scorta delle varie autorizzazioni (tutte !!) rilasciate dagli Enti preposti sia in sede provinciale che regionale. Poi, con l’assoluzione in sede di indagini preliminari dell’amministrazione comunale, il Comitato appoggiato dal locale Codacons (anche sul piano legale !!) incentrò la sua attenzione soltanto sul titolare del manufatto, sul progettista e direttore dei lavori e su un assessore comunale per ben due problemi: la strada e la casa nel Parco (così ho avuto modo di definire quella storia in un’inchiesta giornalistica con più puntate). Per quella vicenda c’è una coda in appello solo per la casa, il resto è già stato smantellato. La cosa strana ed inquietante è che quel Comitato pare si sia interessato soltanto alla scoperta di quel manufatto abusivo, per il resto inattività assoluta. Difatti dopo quel clamoroso scoop più mediatico che reale il Comitato sembra aver ignorato altri casi forse più inquietanti di quello sopra descritto; a cominciare da un’altra vicenda di “abuso edilizio in zona parco” che riguardava, però, uno dei componenti lo stesso Comitato per la costruzione di una porcilaia con una colata di cemento che in proporzione e di fatto superava di gran lunga il poco cemento utilizzato per la casa di cui sopra. Dopo la porcilaia dimenticata sia dal Comitato che dalla Giustizia (così almeno sembra !!) nelle secche dei misteri gloriosi e diversi altri casi, ora arriva la notizia di questo nuovo sequestro da parte del Corpo Forestale e spuntano anche tre nomi, indicati soltanto per le loro iniziali che ripeto: R.P. – A.D. e S.A.  Qui potrebbe finire anche la storia se non fosse per il fatto che a me piace approfondire le notizie, non dovendo inseguire la stretta attualità delle stesse, e per questo motivo mi sono subito posto alcune domande. Vuoi vedere che A.D. ed S.A. corrispondono a due persone direttamente o indirettamente collegate alla vicenda storico-politica della “Strada e casa nel Parco” ?  Vuoi vedere che l’iniziale non comparsa sui report giornalistici, quella rispondente a LR.M., indica un personaggio che pur rientrando nella vicenda innanzi citata riuscì a rimanerne fuori grazie ad abili stratagemmi ? Mi mancano, al momento, soltanto alcune conferme per la pubblicizzazione delle generalità complete degli interessati; un gap che colmerò certamente nelle prossime puntate di questa storia inverosimile quanto intricante. Una cosa, però posso affermarla già adesso e riguarda il Codacons del Vallo di Diano e il suo mentore, Roberto De Luca. Sia il Codacons che De Luca, dopo aver recitato un ruolo di primaria importanza contro la strada e la casa nel parco fino all’esasperazione del concetto di “difesa dei diritti dei cittadini-consumatori”, non hanno mosso un dito e non hanno proferito una sola parola sulla storia del sequestro operato dal Corpo Forestale nel gennaio di quest’anno a Monte San Giacomo, paese che il Codacons e lo stesso De Luca hanno particolarmente a cuore soprattutto per quanto attiene la natura e l’ambiente. Capisco che le elezioni amministrative a Sala Consilina sono imminenti come capisco anche che Roberto De Luca è tutto teso nella difesa degli “sciacalli del web” del gruppo <<Monte S. G., pregi e difetti>> che infangò anonimamente e vigliaccamente alcuni dipendenti comunali, ma qui stiamo parlando di un sequestro importante e di un’azione meritoria della Forestale e che il silenzio, in questi casi, può facilmente essere scambiato per altro. Ovviamente comprendo molto bene il pensiero e l’opera di chi si diletta a scrivere su quella pagina fb relativa a Monte S.G. come paladino della legalità pur facendo parte del <<Comitato 18 agosto>>, non capisco perché anche lui si sia trincerato in un rumoroso silenzio. Alla prossima.

One thought on “Monte San Giacomo: chi c’è dietro il manufatto abusivo in zona parco ? e il Codacons di De Luca dov’è ?

  1. Egregio Bianchini 6 davvero ridicolo,prima di scrivere ste baggianate che qualcuno ti passa appura se sono veritiere come un buon giornalista dovrebbe fare.Ma quale manufatto abusivo,vede che il munufatto come di lei sta li da oltre 60 anni è stato aggiunto un bagno di 2 metri quadri e non è comparabile a quello che è successo ala pegliera sovrana dove sono state realizzate strade e il manufatto come lo chiama lei è stato rifatto nuovo.Lei ci chiama sciacalli del web beh la sfido mi mandi il link dove vengono infangate amonimamente i dipendenti ma lo sa che su un gruppo c’è sempre il nome.Cmq lo stiamo cercando se esiste questo link se non esiste la trascineremo in tribunale ne può stare certo io non sono de luca io ho la denuncia facile come del resto la maggiorparte degl’utenti del gruppo cordiali saluti Aiello Luciano

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