Maddalena Mascolo
PAGANI – E’ incredibile, ma la giustizia in questo Paese lascia sempre di più perplessi ad ogni suo pronunciamento. Quello che riguarda l’incandidabilità di Alberico Gambino sembra emergere dalla preistoria del diritto in quanto i giudici della “sezione civile” del tribunale di Nocera Inferiore non hanno tenuto in alcun conto l’esito del processo di primo grado a carico di Alberico Gambino e di altri e si sono appiattiti soltanto sull’ordinanza di rinvio a giudizio, ordinanza che non ha trovato accoglimento dallo stesso Tribunale di Nocera Inferiore in sede penale. Sembra quasi che la sentenza civile voglia mettere una pezza riparatrice alla relazione del Ministero dell’Interno ed all’Ordinanza che, basate su un assurdo teorema accusatorio che voleva Gambino e gli altri colpevolmente collusi con un “metodo mafioso” nell’amministrazione della cosa pubblica paganese, avevano fatto sprofondare la Città in una voragine infernale di malavita organizzata a tutti i livelli in quel famoso “sistema Pagani” che è stato il leitmotiv di tutta l’inchiesta preliminare e di buona parte del processo “Linea d’ombra”. Ma andiamo con ordine. Nel luglio 2011 furono arrestati Alberico Gambino ed altri undici personaggi con l’accusa principale di “associazione per delinquere di stampo mafioso”. Dopo oltre un anno e mezzo di carcerazione preventiva, in cella ed ai domiciliari, il Tribunale ha annullato l’accusa principale ed ha condannato a pene diverse (ma irrisorie rispetto a quanto previsto per l’accusa principale) alcuni degli imputati; alcuni altri sono stati assolti. In pratica i giudici del processo “Linea d’ombra” hanno sancito l’esclusione di ogni connessione con la criminalità organizzata. Il fatto incredibile è che di questa sentenza di primo grado sembra non essersene accorti i giudici civili, sempre di Nocera Inferiore, chiamati ad esprimersi sul ricorso del Ministero contro la candidabilità di Gambino; cosa ancora più assurda è che per gli altri il ricorso del Ministero è stato respinto mentre per il solo Alberico Gambino è stato accolto. Quasi come dire che Alberico Gambino non può e non deve candidarsi; insomma una sorta di “sentenza politica” contro colui il quale ancora oggi, nonostante il drammatico processo, è ritenuto dalla maggioranza dei cittadini-elettori paganesi il sindaco della gente forte di un consenso senza precedenti. I difensori di Gambino insorgono e pur dichiarando che il loro assistito non ha più interesse a candidarsi hanno subito preparato il ricorso in Appello per ristabilire la giusta verità. Non c’è che dire, la sentenza sulla incandidabilità di Gambino appare come una vera e propria bomba al nepal sulle prossime elezioni amministrative paganesi, una bomba che probabilmente otterrà un effetto contrario come sempre è accaduto quando la giustizia vuole fare politica, soprattutto contro il centro-destra. Diciamola tutta, alla gente non piace l’accanimento giudiziario e quello contro Gambino, secondo molti, è un accanimento giudiziario bello e buono, a dispetto del volere e della volontà dei cittadini. E tutto questo accade mentre sul prossimo orizzonte si profila l’inizio del processo di appello per “Linea d’ombra” la cui prima udienza è fissata per giovedì 6 febbraio. Sarà subito battaglia, così almeno promettono i difensori degli imputati anche perché su alcuni aspetti ritenuti inquietanti il tribunale di primo grado non ha fatto chiarezza. Ma questo lo vedremo nelle prossime settimane.