Annalisa Corinaldesi
SASSANO – Sono passati già tre anni da quel tragico e maledetto 2 febbraio del 2011. Quel giorno, anzi quella sera, due splendidi giovani (Nunzia Rinaldi e Loreto Pippa) trovarono la morte a causa delle ferite in esito ad un gravissimo incidente stradale provocato da un medico, Mario D’Angelo, che guidava in stato di ubriachezza mentre percorreva la strada provinciale Silla-Sassano per recarsi nel presidio sanitario di “guardia medica” e svolgere le sue funzioni di medico. Due intere comunità, quella sassanese e quella sangiacomese, rimasero sconvolte alla terribile notizia. Erano due giovani fidanzati, con tanti progetti per il loro futuro; stavano andando da Sassano verso il ristorante del fratello di Loreto dove i due lavoravano. Il medico fu subito arrestato e messo ai domiciliari dopo le prove alcooliche che diedero esiti più che positivi che portarono alla condanna di “sei anni di reclusione” tra la rabbia di parenti ed amici delle vittime. Oltretutto la rabbia fu ancora più grande quando sui seppe che al medico D’Angelo era appena stata riconsegnata la patente di guida (esattamente il 30 gennaio del 2011) che gli era stata sospesa per un precedente controllo alcoolico della Polizia Stradale; sospensione che aveva portato ad un processo con relativa condanna ed ammenda amministrativa. Ma il giorno dopo la disgrazia ci fu anche polemica in paese, Sassano, che non sospese i festeggiamenti e i fuochi artificiali per la festività di San Biagio nonostante il lutto cittadino ordinato dal sindaco Tommaso Pellegrino. L’opinione pubblica ancora oggi si interroga sulle modalità di restituzione della patente al medico e sul lavoro della Commissione medica che lo aveva riabilitato dopo un lungo periodo di controllo e tutela della sua malattia di alcolista. A distanza di tre anni il medico è ritornato alla sua professione, ovviamente in altre zone della provincia, mentre i due giovani rimarranno per sempre lì, fermi nella rigidità delle loro tombe.