Caimangate/26: per la exit-strategy De Luca chieda lumi a Memoli !!

 

 Aldo Bianchini

SALERNO – Non ho mai fatto politica, ma dalla politica ho imparato certamente una cosa fondamentale: prima di gridare agli scandali degli altri è opportuno contare fino a tredici. Da qualche tempo a questa parte penso alla figura da quattro soldi (per non dire altro) che hanno fatto e stanno facendo tutti quei consiglieri provinciale che poco più di un anno fa si scatenarono contro l’allora presidente della provincia Edmondo Cirielli che stava pasticciando per studiare quale potesse esere la migliore exit-strategy per lasciare la provincia in mani sicure e potersi candidare alla Camera dei Deputati. Contro Cirielli si accanirono tutti insieme appassionatamente, anche se fra loro corrono profonde divergenze, Franco Alfieri, Tommaso Amabile, Giovanni Coscia, Antonio Romano, Paolo Russomando, Nino Savastano e Simone Valiante; non mancarono neppure alcune esternazioni del segretario provinciale del PD Nicola Landolfi nello stesso solco dei suoi compagni di partito; fu un coro di ingiurie e di violenze gratuite, una roba che non s’era mai vista. Eppure quel tentennamento durò il breve volgere di qualche settimana. Con De Luca, invece, la querelle sta durando dal 3 maggio 2013 e presenta degli aspetti a dir poco spocchiosi se non proprio di uno squallore totale. Anche in questo caso c’è stata dura presa di posizione di molti personaggi del centro-destra contro il sindaco e viceministro senza deleghe ma nessuna contestazione ha raggiunto il tono infamante ed aggressivo utilizzato contro Cirielli. Per quel poco di esperienza di politica indiretta che ho acquisito negli anni posso tranquillamente affermare che Vincenzo De Luca si sta incartando su se stesso nella ricerca disperata di una exit-strategy dignitosa e non umiliante; probabilmente sta scegliendo la via più difficile. Difatti per poter affidare il Comune nella mani più affidabili che in tanti indicano essere quelle di Fulvio Bonavitacola starebbe per fare cose veramente grottesche. Per norma il naturale successore di un sindaco non dimissionario che, però, è impedito da cause di forza maggiore a svolgere il suo ruolo, è il vice sindaco. Difatti per evitare lo scioglimento del consiglio e il voto anticipato De Luca non deve dimettersi, ma se si fa dichiarare decaduto oggi lo scettro dovrebbe passare a Eva Avossa che è il vice sindaco in carica. Ma Avossa non la vuole e, dunque, deve prima revocarle la delega, poi deve nominare vice sindaco tecnico Bonavitacola (che è in parlamento come deputato) e soltanto dopo farsi dichiarare decaduto. Uno schiacciamento delle regole troppo vistoso ed anche presuntuoso e pretenzioso, come dire che deve sottomettere ai suoi piedi tutto e tutti pur di non lasciare il Comune in mani insicure. Ma, mi sono sempre chiesto: sono davvero tanto sicure le mani di Fulvio Bonavitacola dal punto di vista dell’affidabilità e della completa sudditanza psicologica al sindaco di tutti i sindaci ? Io sono assolutamente convinto di no, perché soltanto all’apparenza Fulvio Bonavitacola può essere considerato un fedelissimo; nella realtà il deputato non vive di luce riflessa ma è dotato di un cervello pensante ed autonomo (qualità molto rara in questo tempo), non per niente è un ottimo avvocato amministrativista; oltretutto è portatore di molte rivendicazioni anche nei confronti del suo attuale mentore che lo indica su molti livelli come il suo delfino soltanto perché lo teme e conosce benissimo la sua pericolosità. Non lo dico perché, come ho già più volte dichiarato, l’on. Fulvio Bonavitacola non mi è affatto simpatico; lo dico perché non credo che Vincenzo De Luca possa commettere l’errore più grande della sua vita politica, oltretutto cadendo in una recidiva dopo l’amara esperienza con Mario De Biase. Molto meglio e sicuramente più agevole sarebbe  se la scelta cadesse, ad esempio, su Nicola Landolfi che mi appare più duttile e certamente più disponibile per il ruolo che De Luca vorrebbe assegnare al suo ipotetico successore. Nell’incertezza di tutte queste manovre un consiglio lo avrei per il sindaco De Luca; per sciogliere in punta di diritto ogni dubbio è sufficiente che si rivolga all’ottimo Salvatore Memoli che già gli è stato vicino in tantissime occasioni. Sotto la sua guida illuminata potrebbe facilmente guadagnare l’altra riva senza lasciare il potere comunale in mani incerte e, forse, inaffidabili. Del resto Salvatore Memoli è stato il grande stratega dell’exit-strategy per Edmondo Cirielli che ha lasciato in maniera indolore la Presidenza della Provincia di Salerno nelle mani di Antonio Iannone. Si proprio quel Memoli che nessuno ha mai ripagato per le tante cose buone e innovative portate, nella politica nostrana, sia nella casa deluchiana che in quella ciriellina.

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