PAGANI – All’improvviso il problema di Forza Italia, e per certi versi del centro destra, esce allo scoperto. Lo porta alla luce, ed anche in maniera eclatante, colui il quale più degli altri è stato fin qui zitto perché, probabilmente, pensava di poter essere destinatario della naturale investitura a sindaco; parlo di Fabio Petrelli denominato “il traghettatore”, l’uomo che ha ereditato il Comune nel luglio del 2011 quando imperversavano gli arresti per farlo planare nelle mani dei commissari al fine di restituire alla città il senso della democrazia e delle istituzioni perdute. Il problema, dunque, adesso ha un nome e un cognome: Vincenzo Belfiore, consigliere politico del commissario provinciale di FI, Mara Carfagna. La reazione molto forte di Petrelli, praticamente, racchiude in se tutta la rabbia della base di un partito che la nomina di Belfiore potrebbe aver smosso fin dalle sue fondamenta. Un tempo le nomine di “consigliere politico” venivano conferite a personaggi di assoluto spessore politico e di incontestabile appartenenza al partito; oggi non è più così, e se un tempo la nomina di Aversano a consigliere politico del ministro Conte aveva un preciso valore, oggi la nomina di Belfiore a consigliere politico dell’ex ministro Carfagna non ha alcun senso logico né radicamento nell’immaginario dell’elettore medio, per non dire della gente. Almeno così sussurrano tutti quelli che hanno fatto la storia di F.I. a Pagani e nell’agro nocerino-sarnese. Non possiamo sapere né immaginare per quale arcano motivo la Carfagna abbia voluto conferire una nomina così importante ad un personaggio che, obiettivamente, non ha un pedigree politico e di appartenenza; fatto sta che la nomina è stata prima ispirata da qualcuno e poi clamorosamente concessa da Mara Carfagna. Ora su quella nomina la stessa Carfagna dovrà fare i conti con un consenso popolare ed elettorale che scema giorno dopo giorno, oltretutto l’ex ministro si intestardisce in una guerra solitaria contro tutti, una guerra che sicuramente non porterà da nessuna parte se non verso un ipotizzabile disastro elettorale. Certo, avere una televisione locale a disposizione non è cosa da poco, ammesso che Vincenzo Belfiore possa o voglia impegnare la tv (Quarto Canale), che comunque governa, in una battaglia elettorale incerta; ma la Carfagna dovrebbe capire che la cosa più sbagliata è quella di chiamare ad un impegno diretto proprio colui che, sul fronte dell’informazione, dovrebbe garantire una forza innanzitutto capace e poi apparentemente equidistante per non scadere nel non credibilità. Tutti dicono, ad esempio, che l’altra tv paganese era schierata tout-court con Alberico Gambino ma le dicerie popolari (al di là di una dichiarazione in aula processuale dello stesso Belfiore contro Telenuova) non hanno mai trovato una precisa ed inoppugnabile prova conclamata. Eppure la Carfagna viene decisamente dal mondo dell’informazione televisiva e queste regole dovrebbe conoscerle benissimo. Come andrà a finire ? Non è facile rispondere, le elezioni sono ancora lontane e in politica può davvero accadere di tutto, anche che Fabio Petrelli ci ripensi e rientri nelle righe della disciplina di partito. La redazione di questo giornale è tuttora al lavoro sul problema della Multiservice; non mancheranno fra qualche giorno discrete sorprese
direttore: Aldo Bianchini