Filippo Ispirato
La casa da sempre per gli italiani ha rappresentato il bene rifugio, l’investimento sicuro, il tipico investimento che si apprezzava nel tempo e che, se fittato, garantiva una rendita certa per lungo tempo.
Questo è stato vero a partire dal primo dopoguerra fino agli inizi degli anni ‘90, in cui, a partire dalla creazione dell’Ici, l’imposta comunale sugli immobili, introdotta dal Governo Amato nel 1992, sugli immobili, hanno cominciato a tassare in maniera sensibile il principale bene rifugio degli italiani.
Ed il nuovo anno non si sottrae a questa tendenza; diverse, infatti, sono le novità fiscali in tema di casa introdotte dalla legge di stabilità: alcune riguardano le detrazioni edilizie, per risparmio energetico e acquisto mobili; poi c’è la scadenza del 24 gennaio per l’Imu sull’abitazione principale (la mini Imu), entrata in gioco dopo un’estenuante diatriba in Parlamento.
Ma la novità più importante che riguarda il 2014 è l’introduzione della Iuc, la nuova imposta unica comunale.
Vediamo in cosa consiste e quali sono le sue caratteristiche principali. La Iuc si compone di tre voci diverse: l’Imu sugli immobili diversi dall’abitazione principale, la Tari (tassa rifiuti) e la Tasi, che colpisce tutti gli immobili.
Per il pagamento di queste imposte ogni Comune stabilisce autonomamente il numero di rate e le scadenze entro le quali saldare; è possibile effettuare il pagamento separato di ogni singola imposta in momenti diversi; è possibile pagare in un’unica soluzione la tassa entro il 16 giugno di ogni anno, ma per il resto al momento non ci sono indicazioni e scadenze precise in merito al pagamento rateale. Spetterà ad oggi comune decidere in meno ad eventuali pagamenti in più tranches dell’imposta e alle possibili detrazioni
Nello specifico le tre voci di cui si compone la Iuc sono le seguenti:
- la Tari, la tassa sui rifiuti, che spetterà pagare a chiunque possieda locali o aree scoperte che siano in grado di produrre rifiuti. In pratica la Tari non sarà molto differente dalle vecchie Tarsu, Tia 1 e Tia 2. Il calcolo dell’imposta sarà basato su una tariffa predefinita e sui metri quadri dell’immobile. I Comuni potranno introdurre metodi di calcolo basati anche sulle quantità reali di rifiuti prodotti, come già avviene in alcune zone virtuose d’Italia.
Ogni Comune potrà stabilire, a differenza di quanto previsto in precedenza, delle deduzioni o delle esenzioni per i nuclei familiari che versano in particolari difficoltà economica e sulla base della capacità contributiva, avendo come parametro di riferimento l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. - La Tasi, la tassa sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione del verde e delle strade…). La Tasi colpisce tutti gli immobili, comprese le abitazioni principali e le relative pertinenze. Per calcolarla si usano le stesse regole stabilite per l’Imu e si applicano le aliquote deliberate dal Comune. L’aliquota massima applicabile nel 2014 è dello 0,25%. Anche qui il Comune può stabilire riduzioni o esenzioni per situazioni particolari sulla base del modello Isee, come previsto per la Tari. Allo stesso modo può eventualmente decidere di introdurre alcune detrazioni specifiche per l’abitazione principale e/o per i familiari residenti.
La Tasi, a differezna della Tari e dell’Imu, dovrà essere pagata sia dal proprietario sia da chi abita in affitto. La parte che grava su quest’ultimo è dal 10 al 30 per cento del totale annuo. - l’Imu, che rimane invariata rispetto al 2013, e sarà applicata esclusivamente agli immobili diversi dall’abitazione principale e a quelli iscritti a catasto con classe A1, A8 e A9 (abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi), anche se usati come abitazione principale.