Anjtonio Citera
ROMA – Dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum abrogativo sulla revisione della geografia giudiziaria, l’unico spiraglio per salvare alcuni dei tribunali soppressi lo scorso 13 settembre è legato a una “retromarcia” del Governo e, soprattutto del Guardasigilli Cancellieri. Una decisione già annunciata alcuni mesi fa quando, Il Ministro della giustizia, si rese disponibile a rivedere e, probabilmente a rimettere in gioco alcuni presidi soppressi forse con troppa fretta, Tra questi, (si parla di 6 o 7 tribunali) rientrerebbe anche quello di Sala Consilina che, a oggi fa capo a Lagonegro. Le motivazioni di questa retromarcia sono da addebitare probabilmente alla necessità e alla reale condizione di disagio che il decreto legge ha provocato in alcuni territori se non in tutti, vista la sproporzione e la destabilizzazione che il nuovo assetto giudiziario ha messo in essere, senza considerare minimamente la geografia reale dei vari comprensori messi sotto esame. Se da via Arenula vi è un’apertura, un secco e forse definitivo no, arriva dall’Associazione Nazionale Magistrati, la quale, in una nota stampa, boccia l’eventuale correttivo al decreto di soppressione dei tribunali.
Il recupero di un numero significativo di sezioni distaccate, – dice la nota – la cui soppressione costituisce uno dei cardini della riforma, rappresenterebbe non un modesto correttivo ma una sostanziale retromarcia. La razionalizzazione dell’impiego delle risorse – cui mira la nuova organizzazione degli uffici giudiziari – richiede una programmazione seria, che non consente scelte ondivaghe e impone invece di procedere con determinazione a quanto è necessario per assicurare piena efficienza ai nuovi uffici. Un ripensamento della riforma costituirebbe un arretramento e provocherebbe effetti gravi sul sistema: essendo già avvenuti i trasferimenti di magistrati e personale amministrativo, avviate le procedure di incorporazione degli uffici, incardinati i processi presso gli uffici accorpanti, si produrrebbero confusione, ulteriori lungaggini processuali e uno spreco di risorse anche finanziarie, incomprensibile agli occhi dei cittadini.
Allora, la domanda nasce spontanea, come diceva un noto personaggio televisivo. Ma, chi, ha voluto veramente il nuovo assetto della geografia giudiziaria? Perché?. I disagi esistono, sono provati, i cittadini si ritrovano costretti a subire lo sconsiderato sconvolgimento, ammettere l’errore vuol dire essere umili e soprattutto dimostrare di agire per il popolo ma, evidentemente in Italia non è così.