da Piera Carlomagno
SALERNO – Nuova moria di trote morte nel fiume Sele, a poca distanza dalle sorgenti. Il Presidente dell’Ente Riserve Maria Gabriella Alfano: “Necessario intensificare i controlli, le ricerche e le indagini per risalire alle cause del fenomeno. Non sono da escludere ricadute negative sull’intero habitat e sulla salute della popolazione”
La moria di trote rilevata lo scorso ottobre nelle acque del fiume Sele a poca distanza dalle sorgenti era tutt’altro che un fatto occasionale. L’inquietante fenomeno, infatti, si è ripetuto nei primi giorni del nuovo anno, riproponendo la profonda preoccupazione per la tenuta complessiva dell’ecosistema in uno dei luoghi a più alto valore naturalistico della Campania.
A lanciare l’allarme, in una lettera inviata ai Reparti di vigilanza ambientale dei Carabinieri e della Polizia Forestale e alla procura della Repubblica, è l’architetto Maria Gabriella Alfano, presidente dell’Ente Riserve Naturali Foce Sele Tanagro Monti Eremita e Marzano.
La nuova moria di trote è stata segnalata – denuncia l’architetto Alfano – “ancora una volta nei pressi del Comune di Caposele”. “Quanto accaduto rappresenta un indizio allarmante indicativo del fatto che non siamo in presenza di un fenomeno accidentale”, sottolinea il presidente dell’Ente Riserve Naturali, che sollecita gli organi di vigilanza “ad intensificare le ricerche, i controlli e le indagini per risalire alle cause effettive del fenomeno e all’individuazione dei responsabili, non potendosi escludere ricadute negative gravi non solo sulle specie animali che popolano il fiume Sele, ma anche sull’intero habitat e sulla salute stessa della popolazione”.
Gli esami eseguiti da Arpac e Asl nel mese di ottobre stabilirono che la morte dei pesci era avvenuta per anossia: nelle branchie furono rinvenuti materiali litoidi e calcarei. Nello stesso periodo, per un lungo tratto l’acqua del fiume aveva assunto una colorazione biancastra.