SALERNO – Ho letto con molto interesse un articolo-intervista pubblicato dal quotidiano “Il Mattino” il 30 dicembre 2013 ed incentrato sul superamento della crisi portuale (che coinvolge quassi tutti gli scali marittimi nazionali) a Salerno e sulle eventuali rosee prospettive per l’anno che è appena iniziato. Innanzitutto vorrei dire la mia sul personaggio che più di tutti ha contribuito all’unanime riconoscimento del “porto di Salerno” come uno dei pochissimi scali marittimi con un trend di crescita assolutamente positivo. Parlo di Andrea Annunziata che, a mio giudizio, è un politico e un uomo delle istituzioni che è riuscito anche ad essere un “ottimo manager”, in primo luogo di se stesso e poi dell’ente che gli è stato affidato non senza qualche esitazione la prima volta e con una insolita unanimità la seconda volta, segno questo che le qualità dell’uomo sono emerse tutte indistintamente, al di là dei colori e degli schieramenti. Che il traffico merci sia aumentato del 35% e che l’attività crocieristica abbia conosciuto livelli insperati nel 2013 è soltanto la logica conseguenza dell’operato di un uomo che fa politica non allontanandosi mai dalla realtà e dalla managerialità con cui ogni problema deve essere affrontato e risolto <<in termini di organizzazione, di attracchi, di sicurezza, di regolamentazione del traffico in entrata e in uscita dei container … nonostante manchino ancora delle infrastrutture logistiche …>>. Quelle sottolineate sono parole di Andrea Annunziata che della mancanza, ad esempio, del necessario “polo della logistica” non ne fa un dramma e non piange sul latte ormai versato, anzi parte proprio da quella incredibile mancanza per rilanciare ancora di più la sua opera manageriale sul settore navale; per questo è facile affermare che il Presidente dell’Autorità Portuale è dotato di un’autorevolezza fuori dal comune, o quanto meno mai vista alla guida di un ente territoriale così importante e significativo per tutta l’economia provinciale, e non solo. In fin dei conti Andrea Annunziata nasce politicamente, negli anni ’80, all’ombra del garofano socialista e di quel grande e irripetibile “laboratorio laico e di sinistra” che seppe sfornare una progettualità concreta ed illuminante che soltanto una frettolosa azione “purificatrice” giudiziaria fermò per sempre. Il presidente Annunziata non ama le chiacchiere a vuoto, lui è abituato a parlare di cose concrete, di fatti e non di illusioni; sa benissimo, e lo dice, che l’attività portuale è strettamente connessa all’attività aeroportuale senza nascondere che il tutto poteva e può ancora trovare la sua giusta sedimentazione in un interporto che all’epoca socialista era stato ipotizzato a San Nicola Varco e che oggi, in considerazione della crisi economica, può essere facilmente attrezzato utilizzando <<tutti i contenitori post industriali vuoti>> che esistono all’esterno del porto di Salerno ed anche nelle zone dell’hinterland napoletano senza indugiare più di tanto sullo storico ma anche futile conflitto tra Napoli e Salerno. E quando il presidente Annunziata afferma che Porta Ovest è l’unica infrastruttura capace di risolvere tutti i problemi nei prossimi decenni non dice una baggianata e non si appiattisce su posizioni “politico-apodittiche” (di deluchiana memoria !!), dice la verità su quanto la politica deve fare per evitare l’implosione del porto; e lo dice non soltanto perché l’opera infrastrutturale ricade in capo all’Autorità Portuale ma perchè è davvero un’opera fondamentale per gli sviluppi futuri della portualità salernitana (in un prossimo approfondimento esamineremo dal punto di vista tecnico l’opera già pensata e progettata oltre venti anni fa e che soltanto grazie alle pressioni di Annunziata sarà possibile realizzare). Se lo scalo marittimo salernitano non trova subito le vie di fuga verso l’hinterland, attraverso una viabilità che solo Porta Ovest potrà dare, è destinato lentamente a morire a meno di non pensare ad una ormai irrealizzabile delocalizzazione che consentirebbe anche una crescita esponenziale dell’attività crocieristica che adesso, come quella commerciale, è costretta in pochi e angusti spazi. Cosa succederà nel 2014 ? Difficile rispondere, un fatto, però, è certo: la professionalità e la managerialità di Andrea Annunziata serviranno ancora.
direttore: Aldo Bianchini