Aldo Bianchini
SALERNO – Da qualche mese è distribuito nelle librerie salernitane. Un libro, “La grande muraglia nel porto di Salerno”, che sta facendo scalpore e sta sollevando un certo dibattito. Sarà presentato ufficialmente il prossimo 20 gennaio nel salone della Provincia. L’autore, Gaetano Troisi, non è un salernitano doc (come Vincenzo De Luca e come me !!) anche se vive in città e vive la città da oltre quarant’anni. Il racconto che l’autore porta avanti nel libro è prevalentemente incentrato sul disastro del Crescent e il lettore viene portato, quasi per mano, lungo e dentro tutte le sfaccettature possibili del “grosso problema”. Partendo dal personaggio che più di tutti identifica la “Grande Muraglia”, Vincenzo De Luca –sindaco di Salerno. Ecco cosa scrive sul lucano De Luca: <<Nelle ultime elezioni amministrative, Vincenzo De Luca è riconfermato sindaco di Salerno con una maggioranza “bulgara” (quasi il settantacinque per cento dei votanti). Un giornale, in edizione straordinaria, titola “De Luca da record … nessuna alternativa reale in campo. Sbaragliato il centro-destra”. I fogli di stampa gareggiano nel commentare l’evento elettorale, attingendo alle più disinvolte e spericolate invenzioni del giornalismo immaginifico: “Salerno consacra De Luca”. Il quale, in un commento a caldo, dice: “Credo che abbia pesato in questa campagna elettorale il valore della fierezza per Salerno”, e più avanti: “Il nostro è un programma gigantesco per gli investimenti che è la sola possibilità di garantire lavoro ai giovani di Salerno”. E ancora: “La Città di De Luca piace a tutti”. Ne deriva che il personaggio, eletto a furore di popolo, giganteggia in splendido isolamento al cospetto di avversari minuscoli distanziati in maniera travolgente. Una cosa è certa, scrivono vari giornali: “i detrattori del primo cittadino ne possono contestare la longevità politica e amministrativa, mai potrebbero imputargli l’immobilismo istituzionale ed operativo”. Questo ed altro ancora per quanto riguarda la stampa, quella tradizionale della carta stampata, che non manca di inneggiare al “re di Salerno”, oppure a “Vincenzo De Luca il più amato della Campania, addirittura davanti a De Magistris …”. Insomma l’autore non le manda a dire anche alla stampa locale e prosegue con quella online che, secondo lui (ed ha ragione !!) non è da meno; detta stampa, secondo alcune indiscrezioni starebbe preparando un documentario da irradiare sulle web-tv dal titolo: “Cento passi per la libertà”. In pratica il processo di divinizzazione è comunque in atto al di là delle stesse intenzioni dei protagonisti; De Luca, infatti, avrebbe compreso che non bisogna esagerare, così almeno avrebbe fatto intendere a qualche suo amico fedelissimo, ammesso che ne abbia. L’autore, quindi, parte dal personaggio principale e correttamente non lo demonizza ma ne traccia il profilo più autentico, senza lasciarsi andare a considerazioni di carattere personale o di colorazione politica particolare. Sul personaggio De Luca, infine, l’autore chiosa: <<Non v’è dubbio che l’elettorato ha risposto con chiarezza; e tuttavia ci si domanda se il voto plebiscitario abbia voluto premiare, con consapevolezza di causa, l’impegno per il bene della città o se, al contrario, non ci si trovi dinanzi a un fenomeno che va analizzato e compreso per le sue dimensioni e conseguenze>>. La risposte, o meglio le risposte l’autore cerca di darle nel corso dello sviluppo dell’indagine che ha condotto a tutto campo, mosso da passione civica e amore per la Città, lontano dalla tifoseria politica o dai pregiudizi del “partito preso”. In chiusura è bene ricordare a tutti che dopo la nascita, la crescita, il trionfo, il tripudio della vittoria arriva sempre la decadenza, non quella da viceministro o da sindaco, ma la decadenza vera; cioè la fine di un ciclo. Alla prossima.