Alfonso D’Alessio
Anche quest’anno, in prossimità del santo Natale si ripeterà, da parte delle Aggregazioni laicali, il gesto di carità a favore dei figli dei detenuti. L’appuntamento è per giovedì 19 dicembre 2013, dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la Casa Circondariale di Salerno, nella zona Fuorni. Evento fortemente voluto dalla Consulta delle aggregazioni laicali (Cdal) che, attraverso il segretario generale Giuseppe Pantuliano e il vicario episcopale per il laicato don Salvatore Spingi, stanno organizzando il momento di festa. Nello specifico, come negli anni scorsi, una delegazione della Cdal si recherà presso la struttura di Fuorni per donare i regali natalizi nel corso di un momento di animazione cui parteciperanno le famiglie degli interessati. Con questo gesto di attenzione si vuole aprire uno spiraglio di umanità e di speranza evangelica in un ambiente che rischia di essere percepito come mera esperienza di abbruttimento. Tutti i movimenti ecclesiali, le associazioni e le realtà diocesane che intendono partecipare, possono consegnare i doni, o se preferiscono l’equivalente valore in denaro, al massimo entro lunedì 16 dicembre presso la sede di via Bastioni in Salerno. I doni saranno utili se indirizzati per un età che va da zero a undici anni. Inoltre, ai fini delle necessarie autorizzazioni per accedere all’interno delle strutture carcerarie, la Consulta ha invitato gli interessati, che tra l’altro potranno essere obbligatoriamente in numero piuttosto limitato, a comunicare al più presto i dati anagrafici delle persone che intendono partecipare alla manifestazione. L’esortazione Apostolica di Benedetto XVI “Sacramentum Caritatis” sottolinea l’attenzione per i carcerati individuando, nella visita a quanti sono detenuti, una delle opere di misericordia corporale. Coloro che si trovano in tale situazione hanno particolarmente bisogno di essere visitati dal Signore stesso. Sperimentare la vicinanza della comunità ecclesiale in un periodo della vita così particolare e doloroso, può sicuramente contribuire alla qualità del cammino di fede e favorire il pieno recupero sociale della persona.