Antonio Citera
SALA C. – Buone notizie per quanto riguarda il Tribunale di Sala Consilina che, lo scorso 13 settembre è stato accorpato a quello di Lagonegro in Basilicata. E’ di giovedì la notizia che la Cassazione ha deliberato sul testo del quesito referendario presentato dalle Regioni che, si oppongono al decreto di revisione della geografia giudiziaria. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale per la verifica sulla legittimità del quesito referendario, la cui sentenza è attesa entro il 10 febbraio. A renderlo noto, è il Consigliere Regionale della Campania Angelo Marino in qualità di rappresentante della stessa nella delicata fase procedurale di approvazione del referendum. La seduta di delibera presieduta dal Giudice Corrado Carnevale insieme con i rappresentanti delle Regioni promotrici del referendum, Luigi Milano della Regione Abruzzo, Francesco Mollica della regione Basilicata, Lorenzo Leardi per il Piemonte, Marco Melgrati della Regione Liguria, (rappresentanti con delega anche di altre regioni e, naturalmente Angelo Marino per la Campania, hanno messo a punto il testo definitivo del quesito referendario che, così come deliberato dall’Ufficio Centrale, sarà:“Revisione delle circoscrizioni giudiziarie dei tribunali ordinari. Abrogazione delle disposizioni di cui all’art. 1, comma 2, 3, 4, 5 e 5bis della legge 14 settembre 2011 nr. 148 come modificato dall’art 1, comma 3 della legge 24 febbraio 2012 n. 14”.Speranze dunque, accompagnate da quel pizzico di ottimismo che non guasta. Certo ancora è presto per cantare vittoria ma, visti i disagi e le peripezie che nell’ultimo periodo si consumano a Lagonegro, in balia di un vero e proprio status di precaria condizione, non idoneo certamente a reggere il peso di una giustizia e di un carico di lavoro praticamente raddoppiato, si potrebbe tranquillamente dire che l’eventuale approvazione di questo referendum, potrebbe ristabilire gli equilibri e far tirare un sospiro di sollievo ai tanti cittadini che, nell’ultimo periodo sono stati privati di un diritto essenziale per dar spazio a un capriccio del Governo che, nascondendosi dietro a risparmi fantasma, ha ancora una volta dimostrato di non essere il vero garante di una giusta ed efficace equità sociale.