Aldo Bianchini
SALERNO – L’ho già scritto nei giorni scorsi e continuo a scriverlo con la certezza di aver colto nel segno. L’inchiesta sul tesseramento è insidiosissima ed anche tutta da scoprire, per questo i personaggi in essa presumibilmente coinvolti danno i numeri. Cioè si arrabbiano, quasi si incazzano, e parlano a vanvera. Ho da sempre criticato il Crescent, così come ho criticato la Cittadella Giudiziaria e quello squallido monumento alla giustizia (una piramide miserevole costata circa 300mila euro di danaro pubblico); sinceramente non so se per 20 o 30mila euro riuscirei a violentare me stesso e cominciare una campagna favorevole ad almeno uno di queste cosiddette opere. Vittorio Sgarbi lo ha fatto; anzi per non smentire se stesso e rimanere parzialmente nel suo stile, dopo aver assolto il Crescent, ha fatto finta di condannare la cittadella giudiziaria del “suo amico David Chipperfield” arrivando addirittura ad affermare che contro De Luca è in atto un accanimento. Si capisce che è stato imbeccato e che non conosce la realtà salernitana dove esiste ancora qualcuno che innalza cartelli del tipo <<Vicienz m’è pate a me>>. Questi personaggi imbeccati, da Sgarbi a Travaglio, davvero sono una vergogna. “”Da noi non votano morti o immigrati”” avrebbe dichiarato Vincenzo De Luca (fonte Il Mattino del 24.11.13) che ha compiuto l’ennesima gaffe razzista; non sono mai stato perfettamente in sintonia con de Luca come per questa sua apodittica esternazione; tranne il razzismo, ovviamente. Difatti a Salerno non votano morti o immigrati, non hanno mai votato perchè qualcuno non lo ha mai consentito in quanto a Salerno le “tessere” utili per i voti dei congressi si lasciano in bianco e se si compilano vengono archiviate nei circoli locali all’insaputa dei legittimi intestatari che non hanno mai espresso alcuna volontà di appartenenza o di iscrizione. So che questa affermazione è gravissima, perché per formularla non ho utilizzato neppure il comodo condizionale, e me ne assumo ogni responsabilità, come ho sempre fatto. Ecco perché parlo di “cavolate di De Luca”; da queste sue dichiarazioni si intuisce che è ferocemente incazzato perché la questione potrebbe sfuggirgli di mano con conseguenze serissime sia per lui che per il Partito Democratico. Gli fanno eco il segretario provinciale Nicola Landolfi e il responsabile organizzativo Nello Mastursi che si dice esterefatto per quanto sta accadendo come se non sapesse, da angioletto che vive sulle nuvole, come si fanno le tessere anche nel PD (e non solo nel vituperato PdL); ma lo capisco, lui fa parte dello strettissimo giro di potere di De Luca e, quindi, ogni sua esternazione è assolutamente di parte. Come si fanno le tessere nel PD glielo ricorda, però, il suo compagno Umberto Ranieri (uno dei candidati alle primarie napoletane che furono d’autorità annullate dal partito nazionale –fonte Corriere del Mezzogiorno del 24.11.13) quando dice: <<Colpisce il tono ipocrita di sorpresa dinanzi a tutti questi episodi di irregolarità nella iscrizione al partito e nel voto. Qualcuno dimentica l’andamento anomalo delle primarie tra Bersani e Renzi nel 2012 ? …>>. Più ammissione di questa non si può. La spara grossa anche l’on. Fulvio Bonavitacola che non ci sta ed attacca quei parlamentari che a Roma sono gli zerbini del PdL ed a Salerno fanno i moralisti: vere corbellerie. Ma quella più grossa l’ha sparata De Luca sul suo profilo face book (fonte Metropolis del 24.11.13) quando scrive: << … apprendiamo che la commissione nazionale per il congresso ha assunto la decisione di congelare. Ma come è possibile ? Se ci sono irregolarità o addirittura inquinamenti si ha il dovere di intervenire in maniera pesante e radicale. Che si aspetta a fare nomi e cognomi, a rendere pubblici i verbali dei congressi, a verificarli uno per uno, seggio per seggio, comune per comune, a denunciare gli inquinatori ? … >>. Questo è il segno del nervosismo che pervade l’ineffabile Vincenzo De Luca, parla così perché forse qualcuno dei suoi uomini più fidati non gli ha ancora detto che una ventina di giorni or sono tutta la segreteria provinciale andava alla disperata ricerca di una cinquantina di tessere, seggio per seggio, comune per comune, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Allora o il pm Vincenzo Montemurro non ha nulla in mano e i giornali svolazzano tra camorra e imprenditore, o il pm ha davvero nella sua disponibilità un pacchetto di tessere in bianco per le quali molti organizzatori salernitani dovranno dar conto e ragione a lui e non a De Luca. E per oggi meglio fermarsi qui senza arrivare ai “verbali” citati da De Luca, perché anche da lì potrebbero venir fuori sorprese incandescenti e capaci di mettere a ferro e fuoco tutto il partito e di conseguenza l’intera leader-schip deluchiana. Forse anche il suo ventennio, dopo quello di Berlusconi, è destinato ad un inarrestabile declino.