SALA C. – Da quando Nanni Moretti produsse il suo “Il Caimano” non c’è più stato dubbio che quel rettile-mostro, che si rigenera sulle ceneri degli altri, rappresentasse la trasposizione filmica, e non solo, di Silvio Berlusconi. Probabilmente Moretti non ha mai conosciuto, o fa finta di non averlo mai conosciuto, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, quando e se lo conoscerà capirà subito che dovrà aggiornare la sua personale (e spesso non condivisibile !!) enciclopedia personale in fatto di denominazioni ad effetto. Silvio Berlusconi sarà anche stato un caimano, per carità non spetta a me mettere in discussione Moretti, ma se lo è stato non è stato capace di riprodursi sulle ceneri degli altri ed è finito impallinato da tutti i suoi presunti delfini (leggasi Alfano in ordine di tempo). Il sindaco di Salerno ha un valore aggiunto rispetto al Silvio nazionale; lui, De Luca, impallina e non si lascia mai impallinare. Esattamente in un anno è stato capace di trascinare e stravolgere nel golgota del suo potere personaggi del calibro di Matteo Renzi (ricevuto a palazzo di città in pompa magna nell’ottobre del 2012) e Pier Luigi Bersani (ricevuto in pompa magna nel novembre 2012); buttò alle ortiche come uno straccio vecchio il buon Matteo e portò sugli altari il bravo Pier Luigi. La certezza della vittoria clamorosa era a portata di mano così come un incarico ministeriale; poi il tracollo e il cambio di posizionamento. Pier Luigi alle ortiche come uno straccio vecchio e di nuovo Matteo sul podio della presumibile prossima eclatante vittoria elettorale, sempre se non ci saranno sorprese dell’ultima ora. Sul terreno, quello provinciale beninteso !!, morti e feriti si contano a decine, con i tanti peones a cercare di posizionarsi sull’una o sull’altra sponda e pronti a cambiare di nuovo in un’orgia infinita di “opportunismo politico” che a volte viene mascherato con la storia della “storia delle radici” che fa ridere a crepapelle. Da questo giornale alcuni mesi fa avevamo anticipato, in assoluta esclusiva, dell’esistenza di una lettera che Matteo Renzi aveva scritto a Paolo Russomando (sindaco di Giffoni V.P.) per spiegargli che non doveva essere recalcitrante contro l’eventuale ritorno di Vincenzo De Luca verso l’amore renziano. Neppure lo zio di Paolo, Ugo Carpinelli, amico per la pelle di De Luca e del presidente Napolitano, era riuscito a calmare i bollenti spiriti del nipote. Capì subito l’antifona il sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, che immediatamente pose armi e bagagli al servizio di De Luca per non rimanere fuori da ogni discorso futuro; lui che era stato uno dei “renziani doc” (cioè della prima ora) si piegava al volere del “grande Matteo” che lo tiene davvero in grande considerazione se, alla fine, per compenso gli ha regalato anche una tappa del Giro d’Italia 2014. Grande senso di “patteggiamento politico” quello di Pellegrino, diversamente da tutti gli altri (Russomando, Alfieri, Annunziata e Pica, tra i più noti) che sono stati costretti a piegarsi dopo le scelte già effettuate. Ma qui già sono diverse le varie posizioni in campo: Pica ha lasciato prima Vaccaro per la sponda di De Luca e poi ha lasciato anche De Luca per la sponda Valiante-Cuperlo; Russomando e Alfieri sono ancor in alto mare mentre Annunziata, in un estremo tentativo di riconquistare qualche posizione, ha accettato di sacrificarsi come capro espiatorio nella battaglia della segreteria provinciale contro il mostro Landolfi. Impressionante cosa è accaduto in un anno. L’anno scorso furono fatte carte e tessere false per assicurare la vittoria di Bersani, quest’anno tutti felici e contenti a correre verso le posizioni di Renzi, anzi pardon tutti a continuare a correre per le posizioni di De Luca, perché è lui e soltanto lui che porterà il “pacchetto-voti” (ma anche questo l’ho già scritto qualche mese fa !!) al mitico rottamatore. L’altra mattina, più per curiosità che per altro, sono andato all’inaugurazione della sezione di Sala Consilina pro Renzi. C’erano tutti i deluchiani di ferro, capeggiati dal segretario provinciale riconfermato a furor di popolo. C’era anche Sergio Annunziata che, gli va riconosciuto, ha avuto almeno l’onestà intellettuale di presentarsi anche se dai suoi tratti somatici promanava tutta al difficoltà del suo disagio. Ma c’erano anche quelli che l’anno scorso nella varie sezioni hanno fatto carte false per far vincere Bersani, da Sanza a Sassano e da Polla a Sant’Arsenio (sono le situazioni che conosco meglio !!). Li ho guardati bene in faccia, non evidenziavano il minimo segno di disagio, loro ci credono, e sono disponibili a fare ancora carte e tessere false. Ma in cosa credono, mi sono chiesto, nei rettili striscianti ?: che squallore, se questa è la politica. Vergogna !! E i giovani renziani che con tanto ardore hanno aperto il punto salese; qualcuno di loro ha parlato per gentile concessione, ma sono ovviamente lontanissimi dal centro nevralgico del potere; si illudono, almeno per un po’. Probabilmente sono gli stessi giovani che un anno fa osannavano Annunziata, Pellegrino e Russomando in quel travolgente tour valdianese che sembrava dover scompaginare il vecchio apparato; oggi corrono sempre verso i lidi renziani ma con un pilota di ferro che non concederà niente a nessuno. Il solo tentare di far ragionare questi ragazzi sarebbe come sfidarli a duello mortale. Ma va bene anche così, si accorgeranno del pericolo quando inevitabilmente finiranno nella fauci del caimano, quello rosso
direttore: Aldo Bianchini
Limpido Bianchini!