Aldo Bianchini
SALERNO – La notizia della “serra ortofrutticola” illegalmente impiantata sulla terrazza dell’appartamento ottenuto in comodato, proprio sotto il campanile antico della Certosa di San Martino nel polo museale di Napoli, dal soprintendente Fabrizio Vona ha lasciato tutti di stucco e la notizia in breve ha già fatto il giro del mondo. Impiantare un orto casalingo all’interno di uno dei monumenti più prestigiosi della città è stato, forse, come una sorta di diritto acquisito da parte del soprintendente che, per carità non ha fatto niente di male, cioè non ha edificato nulla ma ha semplicemente innalzato una serra con travi e stecche di legno. Tutto qui, secondo lui, anche perché a lui probabilmente piacciono i pomodori freschi e l’insalata verde con qualche melanzana gigante. Cosa c’era di meglio che impiantare una serra sul proprio terrazzo con la certezza di non essere mai scoperto, peccato che un turista ha scattato una foto ed ha chiesto spiegazioni. Immagino la sorpresa del soprintendente che d’ora in poi non potrà più menar vanto, con gli amici a cena, dei suoi prodotti naturali coltivati sul terrazzo di casa; quasi come un fatto naturale e bucolico in un contesto artistico da mozzafiato e ammirato da tutto il mondo. Non so come la storia andrà a finire, ma l’accaduto dovrebbe servire da lezione per limitare, ed in qualche caso punire, l’arroganza e lo strapotere di alcuni soprintendenti. Per non andare molto lontani è sufficiente ricordare cosa è accaduto a Salerno negli ultimi anni. Un soprintendente, sull’appartamento di servizio (come quello di Vona !!), ha addirittura edificato una mansarda; la storia risale a qualche anno fa e il Comune non intervenne e non risulta sia ancora intervenuto per l’abbattimento del manufatto e per le conseguenze di legge da appioppare al fuorilegge. Necessariamente usiamo il condizionale, ma se la cosa risultasse vera, allora bisognerebbe prendere severi provvedimenti. Anche per non far credere e pensare che Salerno possa essere la colatura di tutti i mali e di tutte le illegalità. Ma a Salerno, ovviamente, è accaduto di più. Per la questione del Crescent e Piazza della Libertà occorreva un parere paesaggistico della Soprintendenza. Ebbene, è storia recente, qualche anno fa il soprintendente dell’epoca (non so se lo stesso della mansarda !!) fece scadere i termini per la risposta rifugiandosi nella regola estrema del silenzio-assenso che permise al Comune ed alle imprese appaltatrici di andare avanti. Nella fattispecie stiamo parlando di un’opera gigantesca e di un’opera pubblica dalla portata storica, per cui il silenzio-assenso non dovrebbe assolutamente mai essere praticato e neppure soltanto adombrato come possibile soluzione. Ma la cosa più strana è che non è successo niente: il soprintendente continua a fare il soprintendente da qualche altra parte (forse è stato addirittura promosso !!), il Comune continua nell’opera, le imprese appaltatrici vanno avanti, l’opposizione non è stata capace di una denuncia pubblica forte e in grado di condizionare il ministero, e lo stesso ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo (del centro destra) ha fatto finta di niente e credo non abbia neppure richiesto spiegazioni al soprintendente. Non mi sembra logico tutto ciò e neppure democratico; questo Paese non può permettersi il lusso di avere dei soprintendenti incontrollabili ed incontrollati, quasi come se avessero il potere assoluto sulla conservazione dei beni culturali che è patrimonio pubblico di tutti. Scordiamoci pure del passato, ma da oggi, cioè dall’orto casalingo di Vona, incominciamo tutto dall’inizio e fissiamo paletti precisi ed insormontabili, proprio come fa la soprintendenza quando funziona e quando non fa politica o, ancora peggio, quando commette palesi illegalità come quelle testè descritte.
Lo chiamano abuso edilizio
Le foto della serra (?)
del sovrintendente amante della terra
fanno tenerezza,
sono la pagliuzza
che nasconde la puzza,
magari di una piazza
(grande ma non di Libertà).
Se un uomo di città, di nome Vona,
a Napoli coltiva la romana,
ben venga,
anche con l’indivia belga.
Solo in questo caso avrebbe senso
il silenzio-assenso.
E se la Prestigiacomo,
con gambe che non fanno giacomo giacomo,
ma “Omsa che gambe!”,
oggi solo l’INDA di Siracusa difende,
il resto dell’Italia offende.
E’ grave e seria la questione del Crescent,
quella della Certosa di San Martino non vale un cent!
E poi – evviva la fisiognomica –
guardate in foto Fabrizio!
Ha la bonomia di un signorile zio.
Vi sembra uno da abuso edilizio?
No. Altri “sgarbi “ sono stati sopportati,
e nessuno li ha notati.