Aldo Bianchini
POLLA – Sembra proprio che la famosa, o famigerata, Ergon spa non abbia più una testa pensante che possa governarla. In poco meno di un anno sembra essersi consumata sulla società per la raccolta dei rifiuti in diversi comuni del Vallo di Diano una battaglia politica senza esclusione di colpi. Nel novembre del 2012 il presidente del consiglio di amministrazione, Gaetano Arenare, sottoscriveva un bilancio a dir poco catastrofico per le dimensioni della sua esposizione nelle perdite calcolate all’incirca intorno al milione di euro all’anno e con un rapporto salari/fatturato lievitato dal 57% del 2011 al 105% nella gestione custodiale. Cosicchè per produrre 100 euro di fatturato la gestione del Custode spendeva addirittura 105 euro soltanto in salari; ma questa era soltanto una delle tante accuse che il CdA muoveva al Custode giudiziale che dal canto suo ribatteva con l’esposizione dei “compensi dorati da capogiro” che sarebbero stati incassati nelle precedenti gestioni proprio da Arenare e da altri dirigenti della spa Ergon. Fino ad arrivare al punto che, nella mattinata del 29 gennaio 2013 sulle pareti interne del Comune di Sassano (governato per decenni da Arenare) venne anonimamente affissa la fotocopia dell’articolo de Il Mattino che aveva denunciato pubblicamente quanto dichiarato da Giovanni Siano e da Sergio Annunziata contro Gaetano Arenare e i precedenti dirigenti della società consortile. Poi d’improvviso i toni della polemica sembrano essere calati e della Ergon nessuno ne ha più parlato, almeno fino a qualche settimana fa quando gli operai hanno ricominciato ad agitarsi a causa dell’accumulo degli arretrati salariali da percepire. Sembra come assistere ad un gioco del tira e molla tra accuse e difese, tra provocazioni e risposte piccate con vecchi e nuovi amministratori pronti a sfidarsi all’ultimo colpo di spada. C’è, però, nell’aria una sorta di trepida attesa per il fatto più importante che riguarda l’inchiesta giudiziaria avviata un paio di anni fa dalla procura della Repubblica di Sala Consilina e della quale sembrano essersi perse le tracce nella nebulosa della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Salerno. Difatti l’inchiesta da Sala Consilina fu trasferita a Salerno per alcuni profili di carattere penale che, almeno sulla carta, sfociavano nelle competenze della DDA. La documentazione raccolta dalla Procura salese era segnatamente corposa e riguardava diversi filoni di indagine, si passava dalle denunce anonime alla denunce della nuova dirigenza, dagli abusi di potere alle spese folli della vecchia gestione, con ipotesi di infiltrazioni malavitose. In uno dei carteggi più particolari erano stati allegati anche diversi scontrini di alcuni supermercati del valdiano nei quali personaggi da identificare avevano acquistato merce varia e beni gastronomici che certamente non erano di pertinenza della Ergon. Roba da far impallidire anche i consiglieri della regione Lazio che in fatto di spese folli hanno dimostrato di non essere secondi a nessuno. Il poderoso fascicolo, però, sembrava essersi arenato misteriosamente nei vari meandri della Procura salernitana o almeno non aveva dato segni visibili di movimentazione; fino ad oggi nessuno è stato ufficialmente chiamato a rispondere di quelle spese folli che sembrerebbero essere state ampiamente provate come illegittime. Le voci, però, si accavallano alle voci e dalle strettissime maglie del segreto istruttorio è venuto fuori, negli ultimi giorni, che il fascicolo processuale per quanto attiene gli aspetti di dispendio illegittimo di denaro pubblico sia stato già affidato alla sezione speciale della Guardia di Finanza di Salerno che sarebbe sul punto di verificare fatti e circostanze attraverso accertamenti investigativi diretti con l’aiuto di una immancabile “talpa”. Una talpa in grado, almeno così si sussurra, di portare gli inquirenti anche ben al di là della “soglia degli scontrini” che già di per sè costituiscono una prova conclamata abbastanza determinante. Importanti sviluppi dell’inchiesta, dunque, sarebbero in dirittura d’arrivo anche su direttrici investigative fino ad ora impensabili. Nel frattempo la vita della società stenta ad andare avanti tra mille difficoltà.