Renato Messina
renatomessina87@gmail.com
Il 31 ottobre sono stati tolti i sigilli alle audizioni del boss della camorra Schiavone, tenute di fronte alla commissione parlamentare di inchiesta che nel 1997 lo ha interrogato in merito al trasporto ed occultamento dei rifiuti in Campania. Sono pagine tristi, avvilenti, ma assolutamente fondamentali per capire la realtà che ci circonda, pubblicate online da Il Sole 24 Ore. Ci sono vari aspetti che meritano di essere sottolineati. Innanzitutto la portata geografica dello scarico illegale dei rifiuti; Schiavone riferisce che l’attività si svolgeva in tutto il Meridione, non solo in Campania, ma anche in Sicilia, Calabria, Salento e le provincie di Bari e Foggia. Il Sud fu trasformato nella discarica d’Europa e ben prima del 1988. Il boss infatti riferisce che quando gli fu proposto questo nuovo “business” alcuni appartenenti al clan dei Casalesi già erano in affari per conto proprio all’insaputa del clan stesso. Nell’affaire del traffico dei rifiuti emerge il sospetto che le discariche autorizzate sapessero tutto e che fossero colluse; nel mentre scavi anche di trenta metri venivano riempiti di qualunque genere di materiale di scarto. Peggiore il caso del comune di Noviello, dove viene riferito che siano state sotterrate le valigette in piombo contenenti materiali radioattivi, ma si citano anche tanti altre possibili località. Schiavone non parla solo di rifiuti; viene descritto anche il tentativo di creare un consorzio per imporre in Campania nel mercato del calcestruzzo un prezzo unico. Poi c’è la politica; il boss dice che i sindaci erano “nominati” dal clan in centosei comuni campani. Un “simpatico” aneddoto viene descritto nelle carte dell’audizione che narra di un consigliere comunale comunista di Villa Literno che su ordine del boss divenne democristiano per creare la maggioranza in consiglio comunale. Questi sono solo alcuni dei punti toccati dalla testimonianza di Schiavone, ma ci sono anche le relazioni internazionali, i rapporti con i clan vicini, il traffico di tabacchi, armi e droga dall’Albania, i possibili affondamenti pilotati di navi cargo che trasportavano rifiuti e i “circoli culturali” tramite i quali si creavano i contatti con gli industriali che dovevano smaltire. La prima cosa che dobbiamo fare è leggere questi documenti. La seconda è farli leggere; farli leggere ai vostri figli, ai vostri parenti, ai vostri amici. Oramai non possiamo più fare molto, perché i rifiuti sono lì, magari ce li siamo già respirati o mangiati. Sicuramente però dobbiamo renderci conto di chi abbiamo avuto intorno e forse da chi siamo ancora circondati; dobbiamo capire chi abbiamo votato e forse votiamo. Il Sud è stato sconfitto, ovviamente dai meridionali. La verità infatti è che la responsabilità più grande è degli Schiavone, dei Sandokan e tutti quelli che hanno lucrato andandosi a prendere la munnezza e portandosela a casa.
Certo è che se si adottasse il criterio della responsabilità oggettiva nei confronti degli amministratori e soprattutto di coloro che devono controllare sul territorio non sarebbe mica male. Sarebbe un atto di CIVILTA’. Troppo facile è prendere i soldi per controllare e poi dire non lo sapevo.