Aldo Bianchini
SALERNO – Che piaccia o no, che i commissari lo vogliano o no, prima o poi la città di Pagani dovrà ritornare alla sua naturale dimensione di “città democratica” dopo lo sconvolgimento dovuto alla famosa inchiesta giudiziaria denominata “Linea d’ombra”. Tra la gente si avverte la necessità del ritorno alle urne, una necessità che con il passare del tempo diventa una vera e propria esigenza. La gente vuole scegliere i suoi amministratori, in pratica è stufa della presenza di commissari prefettizi che si alternano e si avvicendano alla guida della città. Molto probabilmente si voterà nella prossima primavera, in coincidenza con le elezioni europee, e già i partiti si preparano allo scontro elettorale che si annuncia epocale per le sorti della città. Veleni e vendette si vanno già profilando e consumando negli opposti schieramenti; le ferite giudiziarie sono ancora troppo aperte e si annunciano capovolgimenti straordinari. Gran parte degli elettori sembrano ancora tutti schierati intorno alla figura dell’ex sindaco Alberico Gambino che in tanti vorrebbero riportare sulla poltrona di primo cittadino anche se la prospettiva è davvero molto difficile ed è destinata a rimanere nel cassetto dei sogni, almeno per il momento. Nel PD (Partito Democratico) lo scontro è pesantissimo ma, come sempre accade in quel partito, è ben nascosto tra le pieghe di un dibattito soltanto apparentemente democratico e trasparente. Una fortissima delusione per quei consiglieri uscenti che avevano brigato e operato per mandare a casa tutta la “giunta Gambino”; per loro la strada sembrava pienamente spianata ma le battaglie intestine stanno causando danni indescrivibili all’immagine ed alla credibilità degli stessi. Nel centro destra, ormai lacerato e diviso da anni il discorso è, se possibile, ancora più complicato; anche qui le fughe in tutte le direzioni si contano numerose e sono all’ordine del giorno. E’ vero che è ancora troppo presto ma già uno dei nomi più accreditati, Massimo D’Onofrio, sembra battere la fiacca all’insorgere delle prime difficoltà nella costituzione delle alleanze che dovrebbe portare unita la destra verso le elezioni. Il pepe nella minestra lo sta buttando a piene mani anche il commissario provinciale del PdL-Forza Italia, on. Mara Carfagna, andata completamente in barca nella scelta dei suoi collaboratori-esponenti per Pagani e dell’intero agro. La scelta più clamorosamente contro corrente è quella di Vincenzo Belfiore, contitolare di Quarto Canale Tv e uno degli accusatori di Gambino in aula durante il processo “Linea d’ombra”. Assolutamente niente da dire sull’uomo Belfiore ma la scelta appare, senza dubbio, frettolosa e azzardata; checché se ne dica, quella di Belfiore non appare una scelta intorno alla quale potrà essere coagulato un consenso unitario. Tutt’altro, sembra proprio fatta apposta per spaccare in ulteriori tronconi un partito che si era già scisso con i Fratelli d’Italia e che adesso rischia seriamente di spaccarsi nuovamente a causa della scelta della Carfagna che continua a muoversi sul territorio come “un elefante in una cristalleria”. Non si può pensare e nessuno può pretendere che il consenso si conquisti, soprattutto a Pagani, operando scelte che vanno viste come indirizzate esclusivamente contro la figura di Alberico Gambino che, ripeto, è ancora vista di buon occhio da tantissimi elettori. Non si può immaginare un centro-destra con Gambino a casa; Pagani non risponde a queste logiche soltanto partitiche; i paganesi sono passionali ed ancora molto legati all’immagine di chi aveva raccolto circa l’80% dei consensi elettorali soltanto qualche anno fa. L’inchiesta giudiziaria, seppure clamorosa, non ha fatto altro che consolidare il consenso intorno all’ex sindaco che avrà davanti a se la scelta della vita che potrebbe portarlo inevitabilmente a sacrificarsi per la sua gente e per i suoi elettori, ancora una volta. Vedremo !!