Lampedusa: i funerali delle vittime, morti senza aver mai vissuto

 Barbara Filippone

AGRIGENTO – “Avvolti nei teli di plastica colorati arrivano i corpi dei cadaveri dei migranti morti in mare nel tragico naufragio notturno…”, queste erano le notizie che il 3 ottobre hanno investito tutti i tg nazionali. Oggi a distanza di qualche settimana si celebreranno i funerali ad Agrigento.  Sarà il vice Sindaco Cesare Lapiana a rappresentare oggi pomeriggio ad Agrigento il Comune di Palermo nella celebrazione dei funerali delle 366 vittime accertate della tragedia di Lampedusa. Il Sindaco Orlando si trova infatti a Roma per impegni istituzionali programmati da tempo. Intanto è di ieri il ritrovamento della vittima numero 366,  nei pressi della spiaggia dei Conigli, dove un primo esame medico-legale ha potuto ricondurre il cadavere al naufragio di 18 giorni fa. Le notizie girano, si rincorrono e così per caso, da navigante di Facebook,  scopro l’esistenza di un gruppohttps://www.facebook.com/groups/514750788608714/, nato per non dimenticare le vittime del 3 ottobre e tutte quelle di cui non si e’ mai avuto notizia perché annegate nel Canale di Sicilia durante la traversata. Il gruppo ha come obiettivo di non dimenticare questi sfortunati e celebrare ogni anno la Giornata della memoria delle vittime del mare.  Così come mi spiega uno dei fondatori del gruppo, Vittorio Alessandro: “Il gruppo nasce dal basso nel tentativo di mantenere alta la soglia di attenzione e di partecipazione sui temi della immigrazione e degli eventi che coinvolgono Lampedusa e il canale di Sicilia. Per ora sosteniamo il sindaco per la istituzione di una giornata della memoria, il 3 ottobre, riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea”. Sicuramente questa è una delle tante iniziative prese per far sì che tutto non risulti vano una volta spenti i riflettori  dopo i funerali che oggi, 21 ottobre si sono celebrati; così, per esempio, un grande della musica, Ennio Morricone ha scritto e orchestrato  di getto una musica dopo la sciagura di quel giorno, che  “restituirà la voce a tutti coloro che giacciono in fondo al mare”, così ha dichiarato. Il 2 novembre nella chiesa di Santa Maria Incoronata, alle 21,30  a Milano,  sarà eseguita la sua opera “La voce dei sommersi”. Questa tragedia ha sicuramente scosso tutti, gente  comune  e autorità, ma vorremmo dei segni tangibili affinché tutto ciò non venga raccontato una seconda volta; sicuramente il fatto che le vittime siano state 366 e non  36,  forse cambierà qualcosa dal punto di vista politico ed operativo; in realtà credo non cambi assolutamente nulla visto che si poteva comunque immaginare che delle tragedie di simile entità potessero  accadere vista la mole di immigrati che ogni giorno investe le nostre coste siciliane. Lampedusa non è solo il 3 ottobre ma è ogni giorno in cui un migrante perde la vita. Prevenire e non curare.  I funerali perchè siano stati fatti ad Agrigento e non a Lampedusa? Non se ne ha notizia.  Mentre per quanto riguarda l’operazione “Mare Nostrum”,  partita il 18 ottobre, il sindaco di Lampedusa,  Giusi Nicolini, come si apprende dalle notizie Ansa, ha dichiarato che: “”Con l’attuale sistema i migranti vengono condannati a morte e c’è poco da stupirsi davanti alle ripetute tragedie. L’Europa deve prevedere da subito corridoi umanitari ma non nei paesi in guerra, dove le parti belligeranti si accordano per far passare i profughi, bensì nei luoghi in cui i migranti si radunano prima di imbarcarsi sulle carrette e affrontare viaggi senza speranza”.  Ricordiamo che questa operazione militare e umanitaria nel Mediterraneo meridionale chiamata Mare Nostrum vede impiegato il personale e i mezzi di Marina Militare, Esercito, Aeronautica Militare, Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e prevede il rafforzamento del dispositivo italiano di sorveglianza e soccorso in alto mare già presente, con l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della vita umana ed il controllo dei flussi migratori. Oggi, rispettando il dolore  per queste vittime,  non è tempo di polemiche ma di silenzio, di un silenzio che porti a riflettere chi deve prendere decisioni in merito per la sicurezza di tutti, sperando di non finire come consuetudine ad indignarci fin quando si vivono nuove realtà. Il problema degli sbarchi a Lampedusa non finisce con i funerali delle 366 vittime del 3 ottobre ma inizia con gli altri sbarchi… non distraiamoci e vigiliamo ancora!

 

 

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