Per controllare i propri confini e di soccorso in mare, l’Unione europea si basa principalmente sulle operazioni di Frontex fondata nel 2004 e che è l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. Due missioni sono state lanciate in primavera intorno al confine italiano: Hermes, tra Italia, Malta, Tunisia e Libia, ed Enea, tra l’Italia e la Grecia. In realtà tutto dipende dalla buona volontà degli Stati membri che prestano barche, elicotteri e la Guardia Costiera. “Frontex non ha né l’autorità né la competenza per intervenire in Italia, stiamo rispondendo a una richiesta da parte delle autorità nazionali”, afferma la Commissione europea. Inoltre, “i mezzi sono ridicoli”, accusa il deputato liberale belga Guy Verhofstadt, nel 2013 si hanno a disposizione appena di 85 milioni di euro. Bruxelles assicura che 16.000 vite sono state salvate grazie alle sue missioni negli ultimi cinque anni. E, come altri paesi, l’Italia riceve fondi UE nell’ambito della ricezione di immigrati e rifugiati, stimati intorno a 135 milioni di euro nel 2013, di cui circa 80 milioni per controllare i propri confini. Al suo arrivo a Lussemburgo martedì 8 ottobre, il ministro degli Interni italiano, Angelino Alfano, ha chiesto ai suoi omologhi europei un “piano d’azione dell’UE.” Il Commissario Cecilia Malmström, responsabile per l’immigrazione, ha proposto ai membri di organizzare una grande operazione di sicurezza e di salvataggio nel Mediterraneo, condotta da Frontex. La Commissione ha espresso perplessità pure sulla legge Bossi-Fini: “C’è una ipocrisia deplorevole intorno al salvataggio. I pescatori, il personale di Frontex, i capitani di navi di grandi dimensioni hanno paura del processo penale e non fanno nulla per proteggere le persone che sono alla deriva in mare”. Lo ha affermato la verde tedesca Rebecca Harms. Il ministro Angelino Alfano sull’isola insieme a Josè Manuel Barroso, presidente della commissione europea di recente in visita a Lampedusa, ha aperto ad una possibile revisione della legge. Basta questa serie di notizie per rendersi conto di come il grido di Papa Francesco a lasciare piangere il cuore e provare vergogna, sia appropriato. Un rimpallo di responsabilità che denota il desiderio di fare a scarica barile tra le nazioni piuttosto che il vero desiderio di evitare le stragi del mare. Ancora una volta si sciorinano elenchi di spese, contributi ed euro a volte anche utilizzati male. L’Italia da sola non ce la può fare, la solidarietà lodevole dei lampedusani non basta, e allora? Ci vorrebbe un’Europa di popoli, che si riconosca non per la ricchezza agognata e sempre più lontana grazie alla crisi, ma per le sue origini cristiane. Altro che il nulla che sta regnando.
direttore: Aldo Bianchini