SALERNO – Ho già avuto modo in passato di interessarmi di Piazza Flavio Gioia, meglio conta coma “La Rotonda” -la mitica piazza del pesce-; lo feci esattamente il 6 maggio 2009 di ritorno da un viaggio a Roma dove avevo trascorso un’intera giornata in Piazza del Campo de’ Fiori che indicai al sindaco Vincenzo De Luca come modello da seguire nel dare i giusti contenuti alla nostra tanto amata “La Rotonda”. Scatenai l’ira anche di un lettore, tale “Enzo da Salerno” che commentò il mio articolo scrivendo: <<Bianchini, smettiamola di fare solo polemiche solo perchè lei e di un’altra corrente politica. Diciamo la verità Salerno è diventata più bella rispetto agli anni 60/70/80 ecc. Siamo onesti>>. Gli rispose un altro lettore, tale Michele Pasquale molto più attento al mio modo di fare informazione, che scrisse: << Evidentemente è proprio il non meglio identificato Enzo da Salerno a cercare (ma non ci riesce!!) a fare polemica. L’articolo di Bianchini (che non fa veline… come altri, secondo, me vuole essere solo un suggerimento per come utilizzare al meglio una piazza storica che è assodatamente un contenitore vuoto. Anzi Bianchini dice anche che De Luca ha avuto una grande idea nel ristrutturare la piazza ma che senza accorgersene l’ha lasciata vuota. Mi spieghi Enzo, se può, dov’è la polemica e in che cosa l’articolista ha distorto la realtà nella disperata ricerca di polemiche>>. All’epoca non polemizzai con l’anonimo Enzo, e non polemizzo adesso, volevo e voglio soltanto ricordargli (semmai dovesse seguire ancora i miei scritti !!) che la piazza un tempo più amata dai salernitani è sempre lì ed è sempre vuota. Anzi la situazione rispetto al 2009 si è viepiù aggravata. Il 2 luglio di quest’anno su “Cronache del salernitano” ho letto ujn titolo allucinante: <<La rivolta della Rotonda, De Luca dichiara guerra e ordina l’arretramento dei tavolini dei locali. I gestori “è illegittimo”>>. Porca miseria, dissi tra me e me leggendo l’ottimo articolo firmato dal collega Gigi Caliulo, non solo la piazza è vuota ma ora gli esercenti devono confrontarsi anche con la testardaggine del sindaco che nella sua smania di volere e vedere “una città europea” ha dimenticato come sono fatte le città europee a dimensione umana. Nella sua megalomania di grandiosità De Luca, tra città europea – città turistica – la piazza più grande d’Europa – le fontane megalattiche che non funzionano – i marciapiedi stratosferici – la raccolta differenziata migliore del pianeta, ha dimenticato di riempire una “piccola ma elegante piazza” di contenuti culturali e popolari come ogni Città dovrebbe avere. Ha avuto, certo, ottime idee come la stessa ristrutturazione di Piazza Flavio Gioia ma non si è accorto, e nessuno l’ha saputo consigliare, che nel ristrutturarla l’ha miseramente svuotata di ogni contenuto. Doveva e può ancora essere la “piazza cult” di Salerno ma Lui non deve essere estremista e abolire con un colpo di spugna le tradizioni e il passato (anche confuso e molto popolare!!), perchè proprio in ciò deve essere trovato il punto di ripartenza. Penso e credo che qualche volta il nostro Sindaco sia stato a Roma ed abbia visitato anche “Piazza del Campo de’ Fiori”. La mitica piazza cinquecentesca (e forse anche più antica…), sotto lo sguardo anche un pò scettico ma, comunque, benevolo di Giordano Bruno (lì arso vivo nel quindicesimo secolo) è una piazza dalla doppia identità che riesce a trasformarsi ogni giorno. Tutta la mattinata è convulsamente invasa da bancarelle di ogni tipo (caotiche, disordinate e anche sporche…), alla sera cambia pelle e d’incanto diventa uno dei poli attrattivi più importanti della capitale e, forse, del mondo. Artisti di strada, bohèmien, musicanti, decine di ristorantini e una imponente folla di curiosi fino a notte fonda. Al mattino l’anima romanesca più popolare possibile (con donne che gridano a squarciagola la bontà dei loro prodotti, sbucciano in diretta i fagiolini o le fave sotto l’obiettivo di telecamere e macchine fotografiche di centinaia di turisti), a sera lo schopping e la cultura; e sempre turisti su turisti. Ecco basterebbe questo a Salerno, in piazza Flavio Gioia, per ridare alla city un rilancio effettivo al di là delle canoniche bancarelle della Fiera del Crocifisso e dei rari momenti in giro per i vicoli del centro storico, ma sempre e soltanto in occasioni preordinate e annuali. Piazza Flavio Gioia dovrebbe essere, invece, un centro mercatale e culturale al tempo stesso. Pensate al mattino ritorna il grido del pescivendolo e la sera la calma culturale di tantissimi eventi. Non so se il prof. Apolito è ancora tra i consiglieri del sindaco (come lo era nel 2009); se ancora lo è faccia capire al capo che una soluzione del genere potrebbe essere realmente risolutiva. A volte basta andare nella vicina capitale, e De Luca soprattutto ora ci va tantissime volte, per trovare la soluzione ad ogni problema. Soltanto così Piazza Flavio Gioia ritornerà a riempirsi di bancarelle del pesce e di tavolini dei bar e ristoranti. Un po’ di testardaggine in meno e un po’ di apertura mentale in più. I “lucani doc” sanno fare anche questo, a costo di fare un passo indietro; senza scontentare neppure l’anonimo “Enzo da Salerno”.
direttore: Aldo Bianchini