Tribunale Sala: le prime sentenze a Lagonegro, velocità sospetta e l’antenna dei veleni !!

Aldo Bianchini

LAGONEGRO – “L’antenna c’è, ma non la vedete !!”; così avrebbe risposto il procuratore capo di Lagonegro a chi gli chiedeva conto e ragione della presenza di una monumentale antenna per telefonia mobile installata su uno dei due edifici del tribunale di Lagonegro. Ma andiamo con ordine. Leggo su “Il Mattino” che l’avvocato salese Erminio Cioffi Squitieri è stato il primo protagonista, come difensore di fiducia, di un processo per direttissima e di una sentenza a carico di due rumeni arrestati a Sala Consilina emanata dal Tribunale di Lagonegro. I rumeni erano stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale ed hanno patteggiato un anno di reclusione ciascuno e subito rimessi in libertà, con pena sospesa, dal giudice Enrichetta Cioffi che, ovviamente, non è parente dell’avvocato difensore. Ho ripreso questo episodio per stigmatizzare la velocità sospetta con cui si è voluto accorpare le due strutture in un unico tribunale scavalcando anche le normali cautele che sarebbero state necessarie per un evento del genere. Ma si sa, quando la magistratura vuole tutto può essere compiuto, è così è stato anche per la sorte del tribunale di Sala Consilina. Ora, dopo la prima sentenza, tutto diventa davvero più complicato nonostante gli interrogativi, anche di un certo spessore tecnico, mettano in evidenza quelle che potrebbero essere precise responsabilità di chi ha voluto e praticamente eseguito il “forzato trasferimento”. Le disfunzioni organizzative sono enormi ed emergono giorno dopo giorno; alla sentenza emanata contro i due rumeni fa eco, ad esempio, la protesta dell’avvocato Angelo Paladino (l’unico che sembra essere rimasto in trincea !!) che lamenta il rinvio del processo di un suo assistito-detenuto che aveva tutto il diritto ad essere giudicato prima degli altri; altro che disorganizzazione della struttura salese, come aveva cercato di evidenziare qualche giorno fa il presidente del tribunale di Lagonegro, che fortunatamente il sindaco Ferrari aveva subito rinviato al mittente. Sotto c’è dell’altro, c’è un qualcosa che non si riesce a capire. Una serie infinita di “uffici” che non rispondono alle giuste e reiterate richieste di chi è interessato ad ottenere almeno un rinvio del definitivo trasferimento come è accaduto per Eboli con Salerno; la cautela di Salerno ha avuto come contraltare la velocità sospetta di Lagonegro. Due pesi e due misure, questo l’eterno problema; da una parte la cautela di una magistratura che a Salerno valuta in un modo le difficoltà avanzate da Eboli (risibili rispetto a quelle avanzate da Sala), dall’altra la velocità sospetta di una magistratura che travolge e cerca di seppellire ogni richiesta o con il silenzio o con risposte incomprensibili ed inquietanti. Non è qui il caso di rifare tutta la storia delle ultime settimane in cui è accaduto tutto e il contrario di tutto, ma è necessario riferire un fatto che da solo mette in evidenza tutta la velocità (per non dire protervia !!) con cui l’operazione trasferimento-accorpamento è stata portata a compimento. Nel corso di una delle ultime riunioni a Lagonegro il tecnico incaricato dal tribunale di Sala Consilina come perito di parte ha chiesto al procuratore capo dott. Vittorio Russo spiegazioni sulla presenza di una grossa antenna per “telefonia mobile” installata, sembra contro ogni norma, su uno dei due stabili che ospiteranno il tribunale unificato; non solo, il tecnico ha anche avanzato seri dubbi sugli effetti nocivi che l’antenna potrebbe produrre sulle persone chiamate a lavorare in quell’edificio. Lapidaria, secca ed autoritaria (non autorevole !!) la risposta piccata del procuratore Russo : <<C’è ma non la vedete !!>>. Così, almeno stante alla versione fornita dai testimoni presenti, avrebbe risposto il procuratore capo di Lagonegro. Tra i presenti c’erano addirittura l’on. Angelica Saggese, l’on. Donato Pica, il vice sindaco di Sala C. Mimmo Cartolano e, forse, anche lo stesso avvocato Angelo Paladino. Non riesco a spiegarmi perché questa notizia non abbia subito fatto il giro del mondo dell’informazione; in effetti la risposta del procuratore racchiude in se tutta la problematica, connaturata a frettolosità, a superficialità ed arroganza, con cui il trasferimento-accorpamento è stato forzatamente eseguito in men che non si dica. Io faccio semplicemente il giornalista e quindi sinceramente non so se un procuratore della repubblica possa rispondere <<c’è ma non la vedete>> addirittura ad un parlamentare della repubblica italiana scortato da un consigliere regionale. Per quanto mi riguarda, visto che viviamo in un Paese ancora libero, mi vengono i brividi al solo pensare che qualcosa debba essere fatta per forza anche a costo di scavalcare paletti fondamentali della vita associativa e democratica, a maggior ragione quando questi paletti possono influire sulla salute della popolazione e, nello specifico, di funzionari – impiegati – magistrati – avvocati e indagati che sono costretti a frequentare un palazzo o una struttura sulla cui sommità sorge una di quelle mostruose strutture metalliche tanto contestate in ogni parte del territorio. Capisco che in materia ci sono almeno due correnti di pensiero in merito alla probabilità dei danni fisici derivati dalle onde elettromagnetiche, ma qui almeno si imponeva e si impone una riflessione giusta e doverosa, perché l’antenna c’è e la si vede, altro che storie. Resto sinceramente allibito e di stucco di fronte all’ossequioso silenzio di un parlamentare e di un consigliere regionale (non tanto del vice sindaco e dell’avvocato) che su questa storia avrebbero dovuto attivare una battaglia senza soluzione di continuità. Ma si sa, viviamo purtroppo in un Paese in cui “la politica” è ormai da tempo terra di conquista del potere giudiziario.

2 thoughts on “Tribunale Sala: le prime sentenze a Lagonegro, velocità sospetta e l’antenna dei veleni !!

  1. L’ossequioso silenzio dei parlamentari e’ a ulteriore dimostrazione che non hanno alcuna influenza politica, tantomeno hanno gli attributi per difendere il territorio.Spero vivamente abbiano almeno la decenza di sparire tutti, politicamente parlando.Altrimenti forse è davvero il momento che ci pensino gli elettori.

  2. L,intera vicenda va commentata sapendo i fatti , ma quello che deve far riflettere e’ la circostanza che i politici lucani hanno ridefinito gli assetti regionali andando ad equilibrare i territori ( melfi – fiat) ,invece in provincia di salerno si e’ chiuso gli occhi di fronte ad uno squilibrio enorme ( vallo della lucania – ospedale – tribunale – consac e mi fermo) svuotando il vallo di diano che perdera’ sicuramente l’ospedale . Occorre alzare la testa.

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