Aldo Bianchini
SALERNO – Leggendo il titolo a tutta pagina di “Cronache del salernitano” di mercoledì 25 settembre sono stato preso da un moto di rabbia ed anche di delusione; lo confesso, mi sono lasciato prendere dall’effetto mediatico del titolo di cui prima <<Tutti i “raccomandati” di Del Mese>>. Un titolo ad effetto per rappresentare le artificiose menzogne di un personaggio come Franco ceccuzzi che, comunque, è stato sindaco di Siena e deputato del PD. Possibile, mi sono chiesto, che io sia stato l’unico imbecille che non è riuscito ad avere, mai e poi mai, la benchè minima raccomandazione dall’on. Paolo Del Mese che in maniera molto amichevole tutti i frequentatori del mitico “Villaggio del Sole” di Pontecagnano chiamavano semplicemente “Paolo”. Per me c’era oltretutto un’aggravante nel non essere riuscito ad ottenere mai una raccomandazione o, per meglio dire, un piacere da quel deputato in ascesa sul finire degli anni ’80; l’aggravante era costituita dal fatto che io personalmente per ben quindici anni, dal 1977 al 1992, sono stato il “segretario amministrativo e sportivo” del citato Villaggio di vacanze. Nel Villaggio ho vissuto i tempi d’oro della potenza economica e politica della famiglia Del Mese e non ho mai avuto “la sensazione” che Paolo distribuisse favori a destra e a manca. Ovviamente nel Villaggio, come a casa Del Mese a Pontecagnano, arrivava gente da tutte le parti della provincia di Salerno ed anche oltre; non parlo di gente scalcagnata in cerca di un lavoro anche umile ma di gente che all’esterno rappresentava il mondo delle professioni, delle associazioni, della giustizia, delle imprese e della politica. Ho visto il fior fiore della cosiddetta alta società salernitana fare lunghe anticamere (meglio sarebbe dire lunghe attese in giardino) davanti la villetta di Paolo, personaggi che lì nel Villaggio abbandonavano qualsiasi dignità e si prostravano genuflessi dinanzi “al Signore” per ottenere piaceri e favori; personaggi che subito alzavano la cresta della loro presunzione e supponenza non appena uscivano dal cancello del Villaggio o dal cortile della Casa Bianca (la residenza dei Del Mese a Pontecagnano). Soltanto per umana pietà non faccio l’elenco di quei personaggi dei quali ricordo perfettamente le generalità e dei quali ho seguito con attenzione le loro carriere professionali negli ospedali, nella magistratura, nel mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria. Nei periodi autunnali ed invernali, così come in primavera, io e Riccardo (fratello di Paolo) abbiamo fatto penitenze lunghissime nel Villaggio per attendere, ricevere e congedare gli “ospiti d’onore”; con lui ho anche assistito, dall’esterno, a summit politici di prima grandezza, quasi da governo nazionale con i ministri Paolo Cirino Pomicino, Carmelo Conte e il vice-ministro Paolo Del Mese; arrivavano con le scorte che bloccavano i cancelli e per ore la zona era off-limits per tutti. Ma era politica, di un certo livello e di un certo spessore; in quei summit è nato il “laboratorio Salerno” che ha consentito a Vincenzo Giordano, e soprattutto ai suoi successori, le opere pubbliche che hanno cambiato il volto di Salerno. Ma quella, ripeto, era politica, soltanto politica. Oggi arriva baldanzoso Franco Ceccuzzi che parla di Del Mese come un “collettore di promesse” da trasformare in favori grazie alle amicizie altolocate; così io leggo gli stralci delle dichiarazioni giudiziarie rese dall’ex deputato senese e pubblicate in questi giorni. Peccato che io, in quindici anni, non sia riuscito ad intuire e capire questo vorticoso e travolgente “giro di raccomandazioni”; qualche favore certamente l’ho chiesto anche io per quelli che a me si rivolgevano credendo che la mia vicinanza al “sole” sarebbe servita a qualcosa; sempre, dico sempre, Paolo Del Mese mi ha risposto con delicatezza ma con la dovuta serenità che avrebbe visto, si sarebbe interessato, ma alla fine il tutto cadeva nel nulla. Ho letto anche della passione dell’onorevole Del Mese per il “palio di Siena”; non ci credo, Paolo non è mai stato amante di spettacoli comunque cruenti. Paolo Del Mese ha avuto sempre e soltanto una grande passione, quella per le canzoni di Peppino Di Capri, amico della famiglia Del Mese. Più di una volta “Peppino” venne al Villaggio del Sole ed in quelle occasioni tutto veniva blindato perché arrivavano i grossi politici, diversi magistrati con le consorti, grandi elettori e noti professionisti; tutti ospiti (a sbafo !!) della famiglia Del Mese, altro che storielle di favori e di piaceri. Anche la Salernitana Calcio fu benedetta e sponsorizzata dalla famiglia Del Mese, l’arrivo a Salerno del re del grano Pasquale Casillo e dei presidenti Franco Del Mese e Aniello Aliberti fu possibile perché Paolo Del Mese vinse la battaglia politica contro Carmelo Conte che sponsorizzava Leonardo Calabrese (Cedisa); e la Salernitana andò finanche in “A”. Tutt’altra storia quella successiva che, grazie o a causa di lavori pubblici non assegnati ai noti e soliti imprenditori, ha portato addirittura al fallimento la squadra granata. Ma qui si innescherebbero tante storie parallele, come quella di Antonio Della Monica che con la sua Despar è fallito per colpa della “presunta metropolitana”. Ma queste, dicevo, sono altre storie delle quali è bene e giusto non scrivere adesso per rinviarle a tempi migliori.
“…l’elenco di quei personaggi dei quali ricordo perfettamente le generalità e dei quali ho seguito con attenzione le loro carriere professionali negli ospedali, nella magistratura, nel mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria…”
Ergo, questi personaggi si prostravano genuflessi davanti a Paolo Del Mese, ma altri li hanno fatti progredire nelle carriere professionali. Ho capito bene?