LADRI IN AZIONE TRA IL SACRO E IL PROFANO

  

Antonio Citera

SANZA – Mentre la Processione del Santo Patrono, tra musici e gente devota affollava le viuzze di Sanza, un gruppo di malviventi, ladri senza esperienza probabilmente, si sono introdotti in un’abitazione sita alla periferia del paese approfittando dell’assenza dei proprietari. I topi di appartamento, quasi sicuramente extra comunitari, (qualcuno si sussurra li avrebbe visti) hanno portato via qualche oggetto di valore di poche centinaia di euro. I proprietari rientrati a casa  poco prima delle 20.00, li hanno beccati sul fatto, e tra la paura e la rabbia, li hanno visti fuggire  su una macchina parcheggiata nei dintorni. Un furto come tanti che, specie negli ultimi tempi vedono il Vallo di Diano meta ambita di bande criminali senza scrupoli che fanno razzia di tutto e di più, mettendo in serio rischio l’incolumità delle persone che oramai ha paura di lasciare incustodita la propria abitazione.  La colpa è  della crisi, si sente dire,  la colpa è delle indeterminatezze e dell’ignavia di chi dovrebbe perlomeno affrontarla, se non risolverla dice qualche altro. La colpa è  del sistema che si contorce su se stesso e non trova, né cerca, soluzioni,  la colpa è di chi volete voi, ma la situazione è di giorno in giorno sempre più difficile e precaria. Banalità? Chiedetelo a chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, se sono o no banalità. Oppure, chiedetelo a coloro i quali, tra le mille emergenze, s’imbattono nella casa svaligiata dai ladri. Questione marginale rispetto alla mole dei problemi che opprimono il Paese? Mica tanto, alla luce delle cronache che riferiscono quotidianamente di razzie in appartamenti, ville, villette e pollai. Parliamo di pollai per il semplice motivo che sono ricomparsi anche i ladri di polli. Ciò a confermare che, di questi tempi, è tornata la fame. La faccenda però non va banalizzata, anzi; Il reiterarsi degli assalti alle abitazioni sta ingenerando preoccupazione e allarme nella gente. C’è chi è rimasto spesso  vittima dei furti, al punto di armarsi. Ma un’ arma non risolve il problema, forse aiuta a sopportare la paura e l’esasperazione che, diventa doppia  nei cittadini vittime dei malviventi, nella pletora di disperati costretti a rubare. Spesso sono infatti personaggi che mai si sarebbero dati al malaffare se non fossero intervenute quelle  variabili impreviste, come la perdita del posto di lavoro o la totale mancanza di lavoro. Ma spesso  la necessità non giustifica niente, non si può trasformare la società in una giungla. In verità , le razzie sono quasi sempre opera di delinquenti incalliti, che si annidano soprattutto in etnie dell’Est, veri esperti in  materia.  Albanesi, rom, rumeni e quant’altri, anche italiani ovviamente  che, si ingegnano con metodo per raggiungere l’obiettivo. Professionisti dello scasso, privi di scrupoli, ai quali le forze dell’ordine fanno fronte come meglio  possono, impossibilitate spesso  a monitorare l’intero territorio e a porre un vero argine al dilagare del fenomeno criminoso. Ma siamo sempre lì. Il problema  è anche e soprattutto  politico, non solo economico. Polizia,  carabinieri ecc.  hanno a disposizione poche risorse, quelle che i competenti ministeri gli mettono a disposizione. Il  fitto ginepraio romano impedisce per il momento qualunque intervento rassicurante, impegnato com’è sulla vicenda Berlusconi. Ma questa è l’Italia. Prendere o lasciare. E le conseguenze si vedono.  Noi soluzioni non ne abbiamo, non siamo certamente  competenti in tema di sicurezza, ci limitiamo a segnalare e rendere pubblico  il problema, come appare dalle pagine dei giornali e dalle numerose sollecitazioni che giungono in redazione da parte  di cittadini che non ce la fanno più in tutti i sensi. Quindi per concludere facciamo  il solito  appello: Più sicurezza.  La chiedono le persone, la invocano tutti, ma aimè, un grido stonato se nessuno lo ascolta.

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