SALERNO – Anche a Salerno e nel salernitano la scuola riapre i suoi battenti e si riparte con decine di migliaia di ragazzi studenti-scolari nell’attesa della fatidica campanella per lanciarsi, chi per la prima volta e chi per continuare, nella meravigliosa avventura dell’istruzione. Parlo di istruzione in quanto negli ultimi anni l’unica novità vera che la scuola è stata in grado di produrre sta appunto nella denominazione del suo ministero (passato da “pubblica istruzione” a semplice “istruzione”) e nelle promesse mai mantenute o soltanto avviate di cambiamenti epocali in grado di reggere il passo con i tempi. La “scuola” difatti non riesce a sganciarsi dalla sua natura “nozionistica”, tutt’altro. In questi ultimi anni la scuola spinge ancora di più verso scelte finalizzate soltanto all’ottenimento di “un posto di lavoro” con corsi di studio specifici; cosa buona e giusta se non andasse decisamente nella direzione opposta a quella della “preparazione alla vita” in senso lato che dovrebbe essere il fine principale, se non ultimo, della scuola, soprattutto della scuola moderna. In questa profonda e forse insanabile spaccatura sta l’incapacità del sistema scolastico italiano di rinnovarsi. C’è stato, è vero, un lungo periodo a cavallo del cosiddetto “miracolo economico” (quello, per intenderci, dell’ Avevamo la Luna cioè quello dell’Italia del miracolo sfiorato) in ragione del quale ogni Paese, e quindi anche se non soprattutto l’Italia, dopo il secondo conflitto mondiale ha ridisegnato la propria scuola creando, però, contrariamente al nostro Paese modelli scolastici in grado di avviare le nuove generazioni verso il futuro. Da noi la scuola è ancora troppo selettiva e un Paese moderno, a mio avviso, non può permettersi il lusso di incentrare la selezione prevalentemente sul ricordo o meno della data della battaglia di Zama; il nostro sistema scolastico deve darsi una rapida scrollata e capire che nel 2013 deve forzatamente cambiare anche il sistema di selezione (che c’è ed è inevitabile) perché un ragazzo che utilizza gli attuali strumenti di comunicazione (e li utilizzano tutti) non può essere discriminato da una scuola che da questi strumenti è, purtroppo, ancora troppo lontana. E ritorna di grande attualità il problema della bocciatura come strumento di selezione. A mio parere non ci sono più ragazzi da bocciare, ci sono ragazzi che si fanno bocciare non avendo altri modi per lanciare precisi messaggi verso la famiglia e verso la comunità in cui dovranno crescere, vivere e lavorare. Poi, ovviamente, ad ognuno dovrà essere dato il suo e devono essere individuate e sostenute le specifiche capacità che devono andare anche al di là dei pessimi “numeri chiusi” che spesso fanno selezione nella selezione e si perdono in favori familistici peggiori del medio evo. E’ vero che la colpa dei numeri chiusi è dovuta innanzitutto a quel cosiddetto “miracolo economico” ma ormai, in considerazione del fatto che la Luna l’abbiamo soltanto sfiorata, sarebbe oltremodo giusto rimodellare anche questa pratica brutale che origina ogni anno tensioni sociali di vario genere. Per chiudere questa riflessione e per non correre il rischio di andare “fuori tema”, è necessario ricordare a me stesso che alla base dell’istruzione, da quando cioè essa parte con il ciclo delle elementari sopraffatto da una marea di libri che mette un bambino nella scomoda condizione di un liceale, dovrebbe sempre esserci la collegialità in tutto e per tutto. Senza aprire il libro dei ricordi è doveroso constatare che siamo lontanissimi dal tempo in cui nelle elementari c’era solo il famoso “sussidiario” e al posto dei tantissimi libri di oggi c’era, però, il maestro che, con tutti gli eventuali umani difetti, veniva ricordato per tutta la vita. Quella organizzazione scolastica, ovviamente, non più proponibile dovrebbe comunque ispirare qualche giusta innovazione verso l’umanizzazione del rapporto docente-discente che molto spesso è improntato soltanto alla “tecnalità” più esasperata. Non fosse altro che per il fatto che quel “sussidiario” anche per gli uomini che hanno mandato l’umanità sulla Luna (tanto per rimanere in tema di boom economico !!) fu l’unica fonte iniziale di studio, insieme al maestro. A tutti i ragazzi, comunque, buona fortuna e buon anno scolastico.