Aldo Bianchini
SALERNO – Il quotidiano “Cronache del salernitano” sta conducendo da diverse settimane una campagna volta a sollecitare l’Amministrazione Comunale per l’intitolazione di una via o di una piazza a perenne ricordo del sindaco “Vincenzo Giordano” deceduto nell’aprile 2009. La bella iniziativa di Cronache ha smosso tutti gli ambienti della Città, ovviamente è sceso nel dibattito anche il magistrato Michelangelo Russo, che nel 1993 richiese ed ottenne l’arresto di Vincenzo Giordano, con una intervista senza contraddittorio (purtroppo !!) nel contesto della quale,in data 28 agosto 2013, ha definito la sua posizione come inquirente ed ha fatto alcune precisazioni: <<”Da cittadino sono favorevole ad una intitolazione di una strada o una piazza a Vincenzo Giordano, da magistrato dico che la giustizia non ha sbagliato”. Michelangelo Russo, da queste colonne, probabilmente mette fine allo “scontro” con Vincenzo Giordano, parlando per la prima volta di quel processo che vide coinvolto, tra gli altri, l’ex sindaco socialista. «Rendiamo omaggio alla memoria di chi non c’è più e soprattutto reputo che Giordano abbia rappresentato un’epoca di passaggio importante per Salerno. Ecco perché indipendentemente dal giudizio del giudice non sono sfavorevole ad una intitolazione di una strada o di una piazza purché essa non sia un modo per sbeffeggiare la giustizia. Solo su questo punto va fatta chiarezza». Michelangelo Russo, all’epoca pubblico ministero incaricato della inchiesta che coinvolse l’ex sindaco chiarisce: «La giustizia non ha sbagliato affatto con Giordano e spiego il perché: Giordano e gli altri imputati sono stati assolti per prescrizione. La sentenza è del 2003 della Suprema Corte di Cassazione e dal punto di vista giurisprudenziale resta la più significativa delle pronunce del periodo di tangentopoli». «Chi vuol conoscere la differenza tra un progetto esecutivo e un progetto di massima deve andarsi a leggere quella sentenza che pur confermando l’impianto accusatorio si concluse per la prescrizione che nel frattempo era maturata. Dunque, sotto il profilo giudiziario, occorre smetterla con la scorrettezza del doppio senso». Quanto all’uomo Giordano, Russo non nasconde che «sotto il profilo umano e politico Giordano non debba essere sottovalutato. Ma sia chiaro: una intitolazione di una strada o piazza a Vincenzo Giordano non deve essere un risarcimento alla memoria, bensì un riconoscimento all’importante attività politica»>>. Sulla vicenda Giordano non ho ancora scritto, sto preparando un voluminoso dossier che pubblicherò nelle prossime settimane e non voglio anticipare i suoi contenuti. Ci saranno verità scomode anche per lo stesso Giordano. Posso soltanto dire che il riferimento di Russo alla sentenza della Cassazione è assolutamente generico e, ovviamente, non dice che soprattutto i magistrati di appello cercarono di trovare anche il più piccolo dei cavilli per bloccare l’azione di risarcimento promossa dall’ex sindaco. Per quanto attiene gli arresti spettacolo di Giordano, Salzano e Bonavitacola del 31 maggio 1993 mi corre l’obbligo di anticipare (poi leggerete nel dossier tutta la storia !!) che quegli arresti furono una sceneggiata peggiore di quelle di Mario Merola. Pensate soltanto che Vincenzo Giordano già lo sapeva perché glielo aveva detto De Luca e quindi fu preso mentre giocava a carte con gli amici, Fulvio Bonavitacola fu contattato telefonicamente dall’ispettore Mario Porcelli e preso dinanzi al Bar Varese e Aniello Salzano si consegnò spontaneamente a Pietro Paolo Elefante (colonnello dei carabinieri) sul raccordo stradale Salerno/Avellino. Ebbene se è vero come è vero che gli arresti furono eseguiti in queste circostanze è altrettanto vero che i tre requisiti per la cattura (pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove) non esistevano neppure nella fantasia del migliore giallista. E poi la squallida foto distribuita a tutte le redazioni con Vincenzo Giordano stretto tra due poliziotti sotto il Tribunale da sola grida ancora vendetta e sarebbe stata sufficiente per un indennizzo miliardario che, invece, l’accanimento dei magistrati ha impedito. Queste e tante altre verità troverete nel libro-dossier dal titolo “Vincenzo Giordano, da sitting bull a sindaco di Salerno”, prossimamente nelle edicole di Salerno.
Non c’è peggiore storia di quella ricostruita dai protagonisti dei fatti!
Da pagina 3 Cronache del Salernitano di Domenica 25 Agosto.”A lui vada il trincerone est .Un modo per riconciliarsi con la storia”.La proposta di Marco Salzano:”Quello ovest fu ingiustamente la sua fine politica.Quale migliore occasione ora che si sta realizzando il nuovo tratto”.di Andrea Pellegrino Dice il dott.Marco Salzano .” Credo che l’intitolazione della strada o un piazza al prof.Vincenzo Giordano, sia una bellissima iniziativa. Reputo che in vista della realizzazione del trincerone ferroviario est, sia opportuno intitolare d’intitolare l’intera opera o parte di essa al nostro compianto ex Sindaco. La carriera politica di Vincenzo Giordano fini dopo l’inchiesta sul trincerone ferroviario quello ovest , che culminò con il suo arresto ,nel 31 maggio 1993 . Il prof. Giordano fu assolto con formula piena da tutte le accuse. Prosegue Salzano:” Intitolare il costruendo trincerone ferroviario est ,avrebbe un forte valore simbolico ,si ricorderebbe , non solo il Vincenzo Giordano, Sindaco della rinascita salernitana, ma anche il Vincenzo Giordano , vittima di un ingiustizia ,perpetrata ai suoi danni e danno della collettività salernitana, che è stata privata di una guida di grande valore.”