Tribunale: il De Luca che non ti aspetti

 

Antonio Citera

Un decreto scellerato, irrazionale, incostituzionale che si fa scudo dietro la fantomatica e tutta da provare spending review. Questa in sintesi la revisione della geografia giudiziaria che ha tagliato via dall’essere quelli che per tutti erano considerati i presidi di legalità ossia la presenza dello Stato sul Territorio. La giustizia negata possiamo tranquillamente dire, negata dalla politica che ha deciso in base a criteri di potere e non certo di risparmio della spesa. Ecco allora che a giuochi fatti, ancora c’è chi crede al miracolo, e davanti al tribunale di Sala Consilina incatenati dalla rabbia ci sono gli avvocati che non riescono a farsi una ragione di quanto accaduto. Si aspettava con ansia almeno una proroga ma, dal Ministero la Cancellieri con una nota stampa ha spento gli animi. Sala Consilina è definitivamente accorpata a Lagonegro. Si sperava ancora nella politica, quella che dal settembre del 2011 quando il decreto prendeva forma, aveva già previsto tutto  tra accordi e inciuci. Si sperava nella rivendicazione di un diritto sacrosanto la giustizia, ma aimè nulla di tutto questo. Appelli, comunicati stampa, benedizioni fittizie e quant’altro si sono susseguite nel labirinto senza uscita di criteri dettati dalla forza della poltrona e non come dovrebbe essere da criteri di eticità. Molti confidavano sull’apporto dei personaggi di spicco e di rappresentanza del mondo politico che ci circonda, Donato Pica, consigliere Regionale, i parlamentari del PD e del PDL, e per finire molti contavano sull’apporto di Vincenzo De Luca, quasi Viceministro ,sindaco di Salerno e capo del Pd salernitano , un personaggio tutto d’un pezzo che poteva infierire sulla decisione assurda del Governo, poteva salvare Sala Consilina dalle grinfie di una irrazionale quanto incredibile decisione. Si sa però, la politica guarda oltre e non si ferma ai reali fabbisogni dei cittadini, guarda al domani, guarda al potere, e allora poco importa se a subire sono le persone.  Poteva salvare il Tribunale ma non lo ha fatto, anzi vi dirò di più, a pochi giorni dal fatidico 13 settembre ha dato addirittura la sua benedizione all’accorpamento  intervenendo a Calitri in occasione dell’inaugurazione della fiera. Tra le altre cose ha detto parlando dei tribunali:

<< Sono per ragionare sulla base di criteri oggettivi che devono valere per tutti. Certo ci vuole uno standard minimo di civiltà. Ma se si interviene per risparmiare, non è necessario sapere dove si trova o quale sia il tribunale da tagliare. Bisogna ragionare soltanto sugli abitanti e sul carico giudiziario e decidere in base a questi elementi se la struttura debba restare o meno. Lasciamo da parte i territori e campanilismi. Sulla giustizia e sulla sanità devono parlare i numeri>>.

 

Parole che esprimono lo stato dei fatti, con la consapevolezza che a rimetterci sono e saranno sempre i cittadini. Parole che si accomunano alla logica del tagliare senza sapere, ma lui sa benissimo. Parole che appaiono in linea con la politica del Governatore Caldoro , dell’ex premier Monti, e perché no dell’attuale inciucio PD –  PDL. Parole che dette da De Luca riflettono una resa incondizionata dello stesso  alla linea del mordi e fuggi di un sistema politico sfregiato e contaminato dalla sete di potere.

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