Filippo Ispirato
La BCE ha lasciato i tassi fermi allo 0,50%, come previsto, durante l’ultima riunione tenutasi a Francoforte: si tratta del minimo storico raggiunto a seguito dell’ultimo quarto di punto avvenuto a Maggio di quest’anno e dall’istituzione della banca centrale e dalla nascita della moneta unica.
E’ stato deciso, inoltre, di lasciare invariato all’1% il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento e a 0% quello sui depositi presso lo sportello overnight della Banca Centrale Europea.
Mario Draghi, nella conferenza stampa tenutasi Giovedì 5 Settembre a Francoforte, ha ribadito che la politica monetaria dell’Eurotower “resterà accomodante finché necessario, secondo quanto indicato nella guidance di luglio”, senza, quindi, alcun cambio di rotta rispetto alle riunioni precedenti, senza escludere in futuro un nuovo taglio dei tassi, qualora la timida ripresa che si sta verificando nell’ultimo trimestre dovesse arrestarsi.
La BCE ha rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni sul PIL della zona euro nel 2013 da -0,6% a -0,4% e ha tagliato quelle per il 2014 da +1,1% +1%.
Il Governatore ha tenuto sottolineare, infatti, che la scelta di politica monetaria presa è strettamente legata all’andamento del PIL reale della zona euro, che, sebbene nel secondo trimestre sia tornato in crescita, dopo sei trimestri consecutivi di contrazione, e con gli ultimi indicatori di fiducia che avrebbero confermato l’atteso miglioramento progressivo dell’attività economica, ci sono ancora rischi sulla ripresa alimentati dalle nuove tensioni geopolitiche legate all’area mediorientale, ed in particolare alla Siria, e ad eventuali turbolenze legate all’andamento del prezzo delle materie prime.
Secondo l’Eurotower la politica monetaria accomodante non dovrebbe portare ad un aumento preoccupante del tasso di inflazione, le cui previsioni rimangono stabili, e non rappresenta un fattore di rischio per l’area euro. Si prevede un tasso di inflazione per il 2013 dell’1,5% e dell’1,3% per l’anno prossimo, dati significativamente inferiori alla soglia di equilibrio, stimata attrono al 2%.
Note dolenti per l’Eurozona rimangono l’elevato tasso di disoccupazione, che in alcuni paesi ha raggiunto livelli intollerabili, specie nell’area mediterranea, ed il risanamento dei bilanci pubblici.
Si rendono, quindi, sempre più urgenti, degli interventi e delle riforme strutturali sia a livello europeo che di ogni singolo stato membro favorire l’occupazione e degli aggiustamenti di bilancio che dovranno essere svolti con misure che non minaccino la crescita, ma puntino ad una maggiore efficienza e qualità dei servizi pubblici minimizzando gli effetti negativi e distorsivi della tassazione.