Da Giuseppina Abate (v.pres.Polis)
BARONISSI – Due pesi e due misure. È questa la sintesi dell’atteggiamento del Pd di Baronissi e, non ultimo, della segreteria provinciale del partito, rispetto al bando di vendita della farmacia comunale. Se da un lato, il Pd si erge a paladino dei lavoratori della struttura, dall’altro fa scena muta di fronte alla medesima fattispecie politica della vendita delle Centrale del Latte di Salerno deliberata dal sindaco di Salerno De Luca e dalla sua maggioranza. Con la differenza, tutt’altro che trascurabile, che per quanto riguarda l’azienda pubblica salernitana il numero dei lavoratori è venti volte quello della farmacia comunale. Altro aspetto importante è la clausola inserita dall’Amministrazione nel bando di vendita: e cioè quella che impone al nuovo proprietario della farmacia l’assorbimento dei dipendenti in carico per tre anni. Un impegno, questo assunto dall’Amministrazione, non obbligatorio, ma frutto di una sensibilità politica nei confronti dei dipendenti stessi. Le dichiarazioni di Nello Mastursi, componente della segreteria provinciale del Pd, appaiono, in tal senso, inopportune e fuori luogo, oltre che strumentali come lo sono state sino ad oggi quelle espresse dai rappresentanti locali di Baronissi. Soprattutto in relazione alla sospensiva emessa dal Tar a fronte del ricorso presentato dal Consorzio Farmaceutico di Salerno. Sospensiva “inaudita altera parte”, ovvero emessa senza ascoltare le parti interessate: il ricorrente e il Comune di Baronissi. Il collegio, infatti, si esprimerà nel merito della controversia solo nell’udienza del 19 settembre. Non c’è nessuna sentenza del Tar, dunque, né tantomeno alcun dispositivo.