Antonio Citera
Se di rottamazione si parla, rottamazione dovrebbe essere. Sulla scia del sindaco di Firenze Matteo Renzi, si sono schierati col passare degli anni molti personaggi della politica italiana. Tra i tanti anche il sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino, personaggio di spicco di una new age di politici emergenti che, in passato ha già ricoperto cariche parlamentari. Una lunga e tortuosa strada quella intrapresa da Pellegrino, che nella provincia di Salerno deve vedersela niente po’ pò di meno che con il factotum quasi-viceministro e indiscusso sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, patrono senza se e senza ma del marchio PD Salernitano e, forse, di tutta la Campania. Da mesi oramai, la polemica infinita sulla sua incompatibilità dei due ruoli che ricopre, fa da eco a una quotidiana e accanita propaganda politica da parte di coloro che vorrebbero vederlo soccombere (politicamente) nei bassifondi del potere. Torniamo ora a Pellegrino. Un medico oncologo di fama, stimato e rispettato da tutti, un politico che sa il fatto suo che potrebbe benissimo prendere in mano le redini del Vallo di Diano soffocato negli anni da una cattiva gestione della cosa pubblica. Tutto lascerebbe presagire un rinnovamento di stile, di forma, di contenuti, di intenzioni. La sua figura potrebbe traghettare la nuova politica interpretata da Matteo Renzi verso il tanto sospirato cambiamento radicale. Purtroppo le cose non stanno così. Basta ascoltare le sue dichiarazioni e la sua solidarietà al sindaco De Luca espressa nei giorni scorsi proprio sulla questione incompatibilità per capire che l’inciucio è sempre dietro l’angolo pronto a entrare in scena. Nella sua performance Pellegrino addirittura mette sullo stesso piano Renzi e De Luca definendoli sindaci progressisti, esempio di legalità e di bene comune. Ora ci chiediamo: come si può rottamare una classe politica se non si rottama colui che da decenni la guida per farla sua? Come si può cambiare la storia di un popolo se costantemente si sta con un piede nel palazzo e l’altro fuori? Domande lecite a cui Pellegrino dovrebbe rispondere se veramente interessato a cambiare le sorti del Diano. A fine settembre come noto dovrebbe esserci un summit del PD proprio a Sassano, si prevede la presenza di personaggi di spicco della politica nazionale, addirittura voci di corridoio danno per certa la presenza dello stesso Renzi in corsa per la segreteria del Partito. Di cosa si discuterà se non di cambiamento? Lo vedremo. La speranza e che non sia la solita minestra condita per la mensa dei poveri, da sfamare allo scopo di racimolare quei voti necessari per restare sulla cresta dell’onda. C’è bisogno di una svolta, una virata contro questo potere assillante che da anni fa il brutto e il cattivo tempo in tutta la provincia di Salerno. Bisognerebbe partire dalle sezioni, capirne il vero funzionamento, resettare il tutto, allora si che si potrebbe finalmente gridare alla vittoria. Nella condizione attuale, c’è poco da rottamare caro Pellegrino, il sistema è blindato e falsato da prestigiosi giocolieri che si fingono adulatori dei cittadini. Tornando alla incompatibilità di De Luca, saranno gli organi competenti a stabilirne l’essere o il non essere e, la solidarietà non ha senso se non dettata da scopi che codificati riflettono una pace incondizionata nascosta dietro un vetro. Staremo a vedere quali risvolti e quale reale voglia di sradicare il vecchio albero si ha, l’impressione è che ci sarà solo qualche innesto a rinvigorirlo e renderlo ancora più forte. Seguiremo gli sviluppi .