SAN MURO CILENTO – Domenica sera, 1 settembre 2013, nel comune cilentano è stata inaugurata la strada intitolata alla memoria di Angelo Vassallo ucciso la sera del 5 settembre di tre anni fa. Per quel delitto ancora nulla è stato scoperto nonostante le roboanti e ripetute dichiarazioni della Procura della Repubblica di Salerno che viaggia ormai da tempo su un unico binario investigativo, quello che porta a Bruno Humberto Damiani (figlio di “Peppe ‘a catena”, già titolare del Burgher King sul lungomare di Salerno). Niente di più sbagliato, l’ho detto e ripetuto più volte. Ma chi ti ascolta ? nessuno, nel migliore dei casi. Ma di questo scriverò nuovamente in occasione del terzo anniversario della morte di Vassallo che pure qualche approfondimento di carattere giudiziario lo merita, al di là delle intitolazioni che lasciano il tempo che trovano e al di là dei sogni, non credibili e neppure risibili, del sindaco Stefano Pisani che avrebbe avuto la visione del sindaco scomparso il quale gli avrebbe lasciato in eredità un preciso messaggio << … dobbiamo stare attenti e preservare questo territorio … >> (fonte Il Mattino del 2.9.13). Strano e incomprensibile il presunto messaggio di Vassallo in quanto quello è un territorio che alcuni commentatori autorevoli (non io !!) in passato avevano definito come <<la costa della legalità>> per via della presenza massiccia, almeno estiva, di numerosi magistrati di calibro nazionale, a cominciare dal notissimo Ferdinando Pomarici (procuratore aggiunto di Milano), protagonista di moltissime inchieste giudiziarie travolgenti ed esperto di antiterrorismo. Quello che a poche ore dalla sentenza Mediaset della Cassazione ha firmato l’ordine di esecuzione della pena per Silvio Berlusconi. Pomarici è stato protagonista assoluto dei casi “Piazza Fontana”, “Via Palestro”, “omicidio Calabresi” e “Abu Omar” nel ruolo della pubblica accusa; ma anche come l’uomo che pose fine alle scorribande di Felice Maniero (al secolo Faccia d’Angelo) che per un decennio terrorizzò il territorio milanese. Il giudice Pomarici sposato con una cilentana della zona di Pollica trascorre da sempre diversi periodi all’anno nel Cilento ed ha fatto da richiamo per tanti altri colleghi sia milanesi che salernitani. Almeno nei periodi estivi, quindi, quel tratto di costa è severamente “off-limits” per qualsiasi tipo di delinquenza organizzata o sciolta, altro che storie; ed è anche per questo che difficilmente l’omicidio di Vassallo poteva e doveva essere incanalato nel vago mondo dello spaccio degli stupefacenti. Ma questo lo vedremo nella prossima puntata. La cosa che l’altra sera mi ha più impressionato è stata l’affermazione, direi apodittica e sfrontata, del sindaco quasi viceministro Vincenzo De Luca che intervenendo alla cerimonia avrebbe detto: <<E’ stato un momento di grande emozione … Angelo Vassallo ha dimostrato che bisogna essere uomini quando si ha una responsabilità pubblica, ossia vivere non per durare nel tempo o creare sistemi di potere, ma dare coerenza a quello che si fa rispetto ai valori che si ha … >>. Io sinceramente non so se Angelo Vassallo abbia pronunciato un messaggio del genere, semmai lo avesse fatto ha sicuramente mistificato il suo pensiero, esattamente come fa da tempo il sindaco quasi viceministro; cosa significa l’affermazione <<vivere non per durare nel tempo o creare sistemi di potere>> se essa viene pronunciata da due persone, prima Vassallo e poi De Luca, che storicamente sono stati (e De Luca lo è tuttora !!) furiosamente alfieri del <<durare nel tempo per creare sistemi di potere>>. Questa, amici lettori, è la verità storica che qualcuno deve pur raccontare, altrimenti dedichiamoci ad un altro mestiere; e aggiungo che in ciò non ci vedo niente di illegale, gli uomini nascono per durare e per ingrandire sempre e comunque il loro potere. Ma se alla fine chi propugna questo modo di “essere” al centro del sistema lo viene pure a raccontare come se non lo riguardasse mistificando l’essenza della frase, beh !! sinceramente è un po’ troppo. Mi chiedo, difatti, come fa il sindaco quasi ministro da un lato a sbandierare il <<vivere per non durare nel tempo o creare sistemi di potere>> e dall’altro a cercare di mantenere tante cose tutte insieme: segreteria provinciale del partito, sindacato della città di Salerno, ministero delle infrastrutture, ecc. ecc.. Solo San Matteo, con le sue due facce, forse riusciva a fare meglio; con tutto il dovuto rispetto per il Santo protettore di Salerno che aveva fatto “sua” la città per difenderla meglio.
direttore: Aldo Bianchini