Marco Bencivenga
La notizia arriva da Sassari e si riferisce al Convitto Nazionale “Canopoleno” dove, per l’anno scolastico 2013/14, in tutte le classi della scuola primaria e della secondaria di primo grado, arriveranno gli educatori di sostegno. Il progetto, già attuato lo scorso anno per 4 mesi, inizierà il 21 ottobre 2013 e si concluderà il 31 maggio 2014. La sperimentazione, che prevede l’impiego di fondi derivanti dalle rette corrisposte da semiconvittori e convittori, è volta a soppiantare la reale lacuna organica esistente e, quindi , la conseguente impossibilità degli allievi con diverse disabilità, di partecipare attivamente alla vita del convitto. Una iniziativa da salutare con favore, dunque, questa assunta dal Consiglio di amministrazione dell’istituzione educativa sarda visto che affianca, al personale educativo esistente, una figura che consentirebbe un supporto indispensabile agli allievi diversamente abili. In realtà già nel 2010, nella bozza di Decreto Interministeriale sugli organici per il personale educativo, fu previsto “(…) I Direttori degli Uffici Scolastici Regionali,(…) valuteranno la possibilità di incrementare la dotazione organica qualora sia programmato ed assicurato il funzionamento del convitto anche per il sabato e la domenica senza però incrementare la dotazione organica complessiva nella regione. Tale incremento dovrà avvenire sulla base di parametri oggettivi legati alla complessità delle istituzioni educative quali ad esempio numero dei convittori, funzionamento del convitto durante il sabato e la domenica e, infine , in presenza di convittori e semiconvittori con disabilità” . In definitiva tale sperimentazione appare assai significativa, dal momento che per il suo tramite offre la possibilità di delineare, in via progettuale, un modello di educatore dotato di competenze e funzioni differenti, da quello attualmente esistente nelle istituzioni educative, ma complementare al suo operato. Se è vero che il docente di sostegno è una risorsa insostituibile, parimenti deve dirsi per “l’educatore di sostegno”. Soprattutto è essenziale che essa figura venga inglobata nell’ambito dei convitti nazionali, degli educandati di Stato e dei convitti annessi, così da rendere possibile come nuovo traguardo la frequentazione, del semiconvitto o del convitto, di alunni diversamente abili. In una politica di rilancio di dette istituzione educative, date già per spacciate da molti, il nuovo educatore di sostegno, da disciplinare in maniera meticolosa, può rivelarsi strategico anche al fine di evitare la consueta e ovvia “delega alla sanitarizzazione” di quanto, invece, appartiene ontologicamente alla “Didattica e alla Facilitazione degli apprendimenti ”.
ottima cosa, così tutti i bambini avranno il loro educatore di sostegno, dobbiamo sempre cercare di migliorare la vita a chi, purtroppo, ha dei problemi.
http://www.bolognatoday.it/cronaca/uildm-fiat-doblo-trasporto-disabili-imprese-bologna.html