Renato Messina renatomessina@87gmail.com
SALERNO – La conclusione dell’ultima riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza del comune di Salerno mi ha lasciato perplesso. All’evento partecipano, come previsto, i rappresentati delle forze dell’ordine , il prefetto, il questore e una rappresentanza del Comune (erano presenti il Sindaco e l’assessore ai trasporti). Ferma restando l’assoluta solidarietà a tutte le vittime di violenze, i risultati dell’incontro e le successive dichiarazioni dei partecipanti possono avere effetti non rispondenti a quelli voluti. Le cronache di questi giorni ci hanno riportato alcuni episodi molto gravi accaduti durante la movida notturna salernitana ma nessuno ci ha fornito dati sul numero, tipologia e trend degli episodi criminosi di questo tipo nella città di Salerno. Sia chiaro: anche un solo episodio di violenza è troppo. La questione è però capire se davvero ci troviamo di fronte ad un aumento dell’insicurezza o di fronte a una sporadica coincidenza. Sicuramente il Comitato ha a disposizione dati aggiornati; sarebbe quindi molto utile che, in occasione delle sue riunioni, fossero resi pubblici. Lo scopo non sarebbe quello di sostituirsi al Comitato stesso, ma rendere la cittadinanza edotta di fatti e numeri reali, piuttosto che utilizzare esclusivamente notizie giornalistiche. La gestione dell’ordine pubblico è materia che si attua anche attraverso il canale comunicativo di massa e le istituzioni coinvolte non devono assolutamente subirlo passivamente. Il rischio è che l’informazione e la sensazione percepita dai cittadini siano quelle di una realtà distorta rispetto a quella che realmente è. Oltre l’aspetto comunicativo esiste anche una questione di merito che i rappresentanti politici dovranno affrontare: la responsabilizzazione dei gestori di locali notturni. Le esigenze di sicurezza infatti li vedono coinvolti direttamente, ma devono essere bilanciate con l’eventuale imposizione di nuovi oneri a carico di questi. A titolo di esempio, trattando dell’abitudine di un certo numero di persone al possesso di armi bianche, l’introduzione di obblighi erga omnes nei confronti della categoria dei gestori (ad esempio controlli obbligatori) pone dei problemi di natura sia giuridica che economica. Probabilmente infatti introdurre nuove norme causerebbe solo l’introduzione di costi aggiuntivi senza centrare l’obiettivo che ci si era prefissati (la riduzione dei numero di armi bianche al seguito dei frequentatori). Una via sicuramente percorribile (che non ne esclude nessun altra) potrebbe essere quella di creare un sistema di premi/punizioni o di pubblicità “positiva esplicita/negativa implicita” che stimoli i gestori a curare massimamente l’immagine e la sicurezza del proprio locale. Una “lista bianca” pubblica dei locali nei quali c’è una minor incidenza di eventi violenti e illegali, tenuto presente anche il numero medio degli avventori e la lunghezza del periodo di apertura, potrebbe essere un’idea da sviluppare. C’è però un aspetto di fondo che tocca la questione della sicurezza dei locali notturni e della movida: quanto della sicurezza pubblica si può e si deve delegare ai privati? La risposta richiede un’attenta riflessione perché se si crede che la sicurezza sia frutto innanzitutto del controllo sociale positivo (cioè del fatto che sia il tuo miglior amico a dirti di non portarti al seguito un coltello) e di un sistema di repressione efficace, allora non possiamo pensare di risolvere il problema agendo principalmente sui gestori privati. In ogni caso questi ultimi hanno strumenti limitati (tenuta presente anche la nostra attuale legislazione) per filtrare la loro clientela. Essendo quindi la gestione dell’ordine pubblico un problema complesso deve essere affrontato dalle istituzioni preposte nell’ambito di una strategia omnicomprensiva che vada dall’aspetto comunicativo, a quello scolastico, passando per i gestori fino ad arrivare al campo della repressione. Non tutti questi temi sono di competenza del Comitato, ma prendere l’iniziativa sicuramente è possibile. L’impressione (spero errata) che la comunicazione post-Comitato mi ha lasciato è che non ci sia una strategia e dei dati certi dai quali partire. Alle 15 e 30 del 06 Agosto (il giorno dopo la riunione, mentre scrivo) un comunicato sul sito della prefettura o del comune (anche solo per dire che la riunione si è tenuta) ancora non si vede. Lungi da me pretendere di essere esaustivo con questo articolo; spero però di stimolare la riflessione sia sul merito che sul metodo del problema. Concludo con una banale considerazione: il miglior antidoto a chi si “diverte” in maniera violenta è fornito da tutti coloro che lo fanno in modo civile; rendere il divertimento “difficile” a questi ultimi lascia solo spazio ai primi.
caro Renato,
raccolgo il tuo invito alla riflessione.
Presumo che dietro questa strategia non ci sia alcuna strategia di contrasto alla malvivenza.
Forse c’è l’esigenza del sindaco De Luca a dare una risposta immediata e “rumorosa” alla aggressione subita da 3 vigili da parte di 30 persone (http://www.salernotoday.it/cronaca/aggressione-vigili-commento-de-luca.html scusa se cito un concorrente ma è il primo che mi è capitato ricercando con Google).
Non è questo il modo, a mio avviso di contrastare la malvivenza. Purtroppo iniziative estemporanee ed impulsive sono all’ordine del giorno in questa Italia capace di gestire male solo l’emergenza. Il contrasto efficace va esercitato con
1)il controllo del territorio
2)azione investigativa
2)con la certezza della pena
3)con leggi specifiche in funzione della tipologia di reato che si riscontra a livello locale.
La prima è una azione reclamata da tutti gli addetti ai lavori e non ha bisogno di nessun commento salvo ribadire la massima coordinazione delle forze di polizia a cui i vigili urbani appartengono. In questo caso coordinazione dovrebbe significare anche predisporre un servizio di “prontissimo soccorso” a chi va di pattuglia; bisogna tenere conto che possano essere aggrediti e quindi deve esserci un prontissimo intervento di rinforzi per dissuadere atti di linciaggio.
La seconda sarebbe dovuta scattare in automatico e probabilmente è scattata per individuare i responsabili ed accertare i fatti. Per ora non c’è notizia…. ma è giusto così. Per le indagini ci vuole tempo non lunghissimo ma nell’ordine di qualche settimana si.
La terza non è certo alla portata di un comitato periferico per cui lasciamo stare.
La quarta, infine è una mia idea per dare ai sindaci una maggiore responsabilità sul controllo del territorio e garantire ai cittadini una buona vivibilità. E’ mia convinzione che reprimere determinati reati, che ovviamente rientrano in quelli previsti dal codice penale, ma ai sensi del quale le forze di polizia fanno un gran lavoro per ottenere scarsi risultati, potrebbero essere puniti in modo eventualmente più severo e quindi con effetto dissuasivo, da leggi emesse dai sindaci. In un certo senso l’ordinanza comunale c’è già ma andrebbe meglio istituzionalizzata. E’ indubbio che in determinati quartieri delle nostre grandi città (non mi riferisco in modo specifico a Salerno) assistiamo ad atti di violenza che per contrastare i quali un tutore delle forze dell’ordine non è assolutamente idoneo e dissuasivo. Anzi può diventare il bersaglio facile della malvivenza. Per contrastare il crimine in questi contesti molto specifici e dovuti a cause più disparate c’è bisogno di leggi specifiche a livello locale. E chi se non il Sindaco può essere il promulgatore?