Sarebbero circa 15mila ( 11500 per i docenti e 3500 per gli ata ) le immissioni in ruolo richieste lo scorso giovedi al Ministero dell’ Economia e delle Finanze per l’ anno scolastico 2013/14. La cifra comunicata dal ministro Maria Chiara Carrozza è suscettibile, però, di ulteriori integrazioni, dal momento che non può non tenersi conto della situazione dell’ultimo concorso, attualmente indefinita. Inoltre, neppure si potrebbe misconoscere la presenza delle graduatorie di merito del 1999, ancora vigenti e non esaurite, per le quali sussiste l’obbligo di attingere dalle stesse, per il reclutamento dei docenti. Altro argomento col quale l’ex rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dovrà confrontarsi, sarà il rispetto del piano triennale di assunzioni , così come stabilito dal Decreto Interministeriale del 3 agosto 2011, che prevede per il 2013/14, l’immissione in ruolo di un massimo di 22 mila docenti e 7 mila ata. Sono numeri da non tralasciare e con i quali c’è poco da scherzare, visto e considerato che, i posti vacanti e disponibili per i docenti al termine delle operazioni di mobilità, risultano essere intorno ai 25mila. Anche per questo motivo, l’ultimo decreto D’Alia, in tema di assunzioni pluriennali, appare piuttosto evanescente perchè, non solo rimanda al triennio 2014-17 l’assunzione di oltre 44mila precari, ma risulta essere slittata al prossimo settembre 2013, la sua discussione ed approvazione finale. Intanto molteplici sono le proteste levate dai sindacati e dai gruppi autonomi che, al sentire i numeri divulgati in questi ultimi giorni, hanno già minacciato ricorsi presso i giudici competenti. In particolare, il gruppo per i precari della scuola presente sul social FB “Difendiamo il Piano Triennale di Immissioni in Ruolo” ha comunicato che “Se si procedesse a stabilizzare tutti i posti oggi conferiti fino al 30 giugno sia per il personale docente che ATA, ci sarebbero subito le condizioni per stabilizzare 105.930 lavoratori della scuola. Ci sono già le condizioni perché la scuola non sia più un’enclave di precariato. Basterebbe pertanto applicare per l’anno scolastico 2013/2014 e per le immissioni successive l’aliquota del 100%, evitando un sacrificio inutile assumendo su aliquote dal 62% al 65 % dei posti vacanti dopo la mobilità 2013, mentre per le prossime immissioni le aliquote dovrebbero scendere dal 52%- al 55%”. Dati significativi, questi, con i quali appare essenziale misurarsi, al fine di evitare inutili e dispendiosi contenziosi.
direttore: Aldo Bianchini
Numeri piccoli, insignificanti. L’ultimo concorso? Una bufala visto che i posti non ci sono