IGIENE: lo sporco macellaio !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un nostro lettore di Roma, sig. G.C., ci scrive per esprimere tutta la sua indignazione contro un macellaio di Capaccio Scalo reo di aver tritato – confezionato – consegnato e contato i soldi per il pagamento di un pezzo di carne per hamburger, operazione secondo il lettore svolta a mani nude con tanto di anello al dito, orologio e braccialetto ai polsi; ovviamente senza grembiule bianco e cappellino serracapelli. Così anche la moglie del macellaio, appoggiata distratta e palesemente insoddisfatta  su un altro lato del bancone. Il lettore continua descrivendo che <<… fatto questo, tirava fuori da sotto il bancone la pressatrice per confezionare gli hamburger, immagino nel frattempo esposta a polvere e altro>>. L’attento lettore ha meritato la citazione in primo luogo perché è un nostro lettore ed in secondo luogo perché ha inviato la sua lettera soltanto a due organi di informazione (noi e La Città). Mi ha colpito il fatto che il lettore abbia fatto di tutta l’erba un fascio arrivando, e forse sbagliando, a miscelare nella sua giusta protesta contro uno “sporco macellaio” con la solita e spremuta storia che al sud non siamo capaci di fare turismo, che al sud c’è la monnezza, che sulla litoranea tra Salerno ed Agropoli c’è il degrado totale e che, infine, il turista medio non ritornerà mai più in questi nostri luoghi. Siamo assolutamente dispiaciuti per il risentimento del lettore che, forse, covava da tempo e per mille altre ragioni. Mi permetto soltanto di dirgli che al suo posto, probabilmente, avrei contestato lì per lì la mancanza di igiene ed avrei anche sollecitato l’intervento degli uffici competenti. Scrivere per rappresentare la propria rabbia, giusta e giustificata, può solo produrre un articolo di stampa (non credo che La Città farà come noi !!) e tutto finisce in una bolla di sapone. Non è vero, però, che i residenti non notano più queste carenze, al riguardo vorrei rassicurare il lettore G.C. che invece dalle nostre parti le contestazioni, anche vibrate, ai macellai sporcaccioni non mancano e si registrano ogni giorno. Vorrei, inoltre, far notare al nostro lettore che io personalmente non mi sentirei affatto tranquillo se vedessi in azione un macellaio con tanto di guanti, grembiule e cappellino; devo confessare che, spesso, rimango sconcertato nel vedermi di fronte grembiuli insanguinati, cappellini con le impronte delle dita e, soprattutto, guanti che vengono utilizzati per decine e decine di operazioni in serie con notevole trasmissione di elementi infettivi. Il problema è culturale ed è a monte, gentile lettore; il problema attiene un’approssimazione in tutto quello che facciamo, da Milano a Palermo; se sulla litoranea di Salerno/Agropoli (così come a Napoli !!) abbiamo modo di vedere qualche sacchetto della spazzatura, probabilmente nei ristoranti del nord sputano nei piatti da servire o lavorano tra gli scarafaggi (le cronache televisive ci trasmettono decine e decine di schifezze). Ultimamente ho avuto modo di pranzare in un ristorante posto ad una delle uscite del raccordo anulare, un ristorante che va per la maggiore !!, ebbene mi hanno messo a tavola un tovagliolo sporco. Sarà stato certamente un errore del ristoratore ma in quella occasione ho subito fatto notare l’increscioso errore ed ho ricevuto tutte le scuse necessarie. I miei commensali, però, si arrabbiarono moltissimo con me ritenendo che avrei dovuto far finta di niente e chiedere dei tovaglioli di carta perché (loro pensiero !!) rischiammo tutti grosse “ripercussioni nascoste” dello stesso ristoratore. Ovviamente è accaduto anche che in un ristorante in provincia di Salerno fu molto difficile far capire  al titolare che doveva tenere lontani i gatti dalla sala pranzo. Insomma, come dire che siamo sempre alle solite, cioè non è soltanto colpa del macellaio o del ristoratore sporco ma di tutti noi che dobbiamo elevarci ad una nuova cultura del vivere sociale e in società. Continui però a leggerci perché la cosa ci fa molto piacere.

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