Antonio Citera
ASCEA – Una calda sera di luglio, pochi amici, uno scenario importante, un dibattito a lume di candela. Questi gli ingredienti che hanno condito l’incontro svoltosi nella sede della fondazione Alario di Ascea Marina dal tema scottante: “Il giornalismo – il ruolo e la sua evoluzione da Badoglio a Letta”. A far da padrone di casa ovviamente c’era Carmelo Conte presidentissimo della Fondazione che, all’uopo, era circondato da tre dei rappresentanti del giornalismo campano dai nomi illustri. Gigi Di Fiore, Edoardo Scotti, Gabriele Bojano, rispettivamente de Il Mattino, de La Repubblica e del Corriere del Mezzogiorno. Dopo un piccolo preambolo monotono e scontato messo su da Di Fiore che per l’occasione vestiva i panni del moderatore, un tergiversare intorno a retorici pensieri appartenenti più al mondo della filosofia che a quello del giornalismo, la parola passa a Scotti che con la sua verve da primo attore si è subito dimostrato all’altezza della situazione esponendo alla platea, una quarantina di persone circa, un monologo sulla censura dell’informazione nel periodo fascista, come dire “ha scoperto l’acqua calda”. Ecco allora che ci pensa l’aitante Bojano a indirizzare la serata sul giusto binario come: leggendo in stile face book il comunicato diramato alle 22.47 del 25 luglio 1943 in cui veniva ufficializzato dal Re Vittorio Emanuele III l’incarico al Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio a capo del Governo dopo le avvenute e accettate dimissioni di Benito Mussolini. Una interpretazione alla Bojano naturalmente ma al di là del tema e nemmeno tanto simpatica. Insomma un monologo intersecato scritto e recitato dai tre, per preparare il terreno. Detto questo, passiamo all’intervento di Carmelo Conte, sicuro di se che, senza tanti preamboli, dopo una striminzita e povera prefazione sul giornalismo è entrato subito nel vero tema della serata facendo capire a tutti le sue reali intenzioni. La Fondazione Alario al centro della rinascita del Cilento, una propaganda vista e rivista conclusasi con una proposta, formare una’ associazione: “GLI AMICI DEL CILENTO” con lo scopo nobile di mettere in rete un territorio secondo il suo parere dimenticato. Come fare? Usare il giornalismo per divulgarne al mondo le bellezze a 360 gradi. Quel giornalismo che conta però, capace di schematizzare e colpire nello stesso tempo, proprio come fu con la sua gloriosa carriera politica da socialista di spicco, quel socialismo poi smascherato e riposto nel cassetto proprio da qualcuno che l’altra sera ha vantato con ardore le gesta dell’ex politico. Ma non vogliamo certamente ripercorrere sia nel bene e sia nel male quello che è stato Carmelo Conte, il nostro ruolo e quello di informare, dare alla cronaca la giusta valenza e onestamente, in quella serata, l’unica cosa che si può definire e commentare è il tentativo di Carmelo Conte di voler rifondare quell’egemonia politica che lo ha visto sulla cresta dell’onda per tanti anni. Ci riuscirà? Ai posteri l’ardua sentenza.