Giornalismo: dalla lealtà di De Luca alle pretese della Gabanelli !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Lo dirò fino alla noia ma la cosa che più mi indigna del mondo dell’informazione salernitana è quella sorta di “sudditanza psicologica” verso i potenti e verso i grandi network, una sudditanza che porta all’appiattimento quasi totale del commento e dell’approfondimento che sono anch’essi “giornalismo d’inchiesta”. E’ vero che al lettore bisogna dare la notizia nuda e cruda ma allo stesso lettore bisogna far capire qual è il pensiero di chi scrive in modo da sgombrare ogni dubbio. Tutto questo, ovvero la mancanza di confronto-scontro tra giornalisti e potere locale, ha portato il sindaco Vincenzo De Luca probabilmente a sbagliare nei confronti del giornalista Bernardo Iovene, inviato della trasmissione di Rai/3 “Report” ideata da Milena Gabanelli nel lontano 1997 ai tempi di Giovanni Minoli. Pomo della discordia il fatto che il giornalista della Rai stava registrando, a telecamere accese, tutto quello che avveniva dentro e fuori le stanze del sindaco; registrazione effettuata di nascosto, ovviamente. Dico subito che questo giornalismo non mi piace e che, a parità di condizioni e di coperture legali, anche a Salerno ci sarebbero tanti colleghi e colleghe in grado di fare quello che fanno la Gabanelli e Iovene. Ma è un fare che ritengo, comunque, scorretto. Il giornalismo d’inchiesta è difficile perché bisognerebbe sempre muoversi ad armi pari avvertendo la controparte di quanto sta accadendo fuori e dentro le telecamere e i microfoni. Mi rendo conto che fa presa sull’immaginario collettivo un sindaco (e che sindaco !!) come De Luca che, digrignando i denti, dice: << … vado a Roma a fare il pellegrinaggio senza fare nulla … >> in risposta alla domanda sull’esistenza reale della delega ministeriale, ma non sono assolutamente in linea con questo tipo d’informazione che tende a spacciare una battuta (e tutti sappiamo quante ne fa De Luca anche in maniera irriguardosa !!) per una scoperta giornalistica che in sede nazionale potrà certamente avere effetti molto diversi dal reale contenuto della battuta. E poi mi sembra davvero irriverente ed anche arrogante la risposta di Iovene all’intervistatore (che per carità non si è permesso di contraddirlo !!) quando ha detto: <<… Io d’altronde filmo tutto, non solo le dichiarazioni dell’intervistato;  chi guarda Report lo sa bene, è il nostro marchio di fabbrica … >>. Ma che arroganza !! Il marchio di fabbrica se lo tenesse per se questo valente giornalista e cercasse di rispettare non solo la deontologia professionale ma anche l’ambiente in cui si muove e lavora; vorrei vederlo in azione senza le ciclopiche coperture amministrative e legali. Spesso sono intervenuto a commento di queste bravate che non mi sono mai piaciute, da Striscia a Report, di qualunque colore esse siano. So di mandare in scompenso il mio improbabile amico Alfonso Siano (già consigliere delegato allo sport del Comune di Salerno) ma sono perfettamente d’accordo con il sindaco De Luca quando dice: “”E’ sconcertante rilevare come alcuni settori dell’informazione del nostro Paese siano interessati più a creare ogni volta un caso, una polemica, una sceneggiata, piuttosto che a chiarire il merito delle questioni, consentendo correttamente agli interlocutori di esprimersi. E’ anche questo fa parte della crisi e del degrado del dibattito pubblico nel nostro Paese””. Giusto, giustissimo, ma lo stesso De Luca farebbe bene a farsi un esame di coscienza intimo e sereno, probabilmente scoprirebbe che buona parte della responsabilità della mancata crescita del giornalismo d’inchiesta nella nostra terra è anche colpa sua e del suo modo di rapportarsi con il mondo della stampa. Il bravo Iovene, infine, avrebbe fatto molto bene ad informarsi da qualche amico giornalista salernitano (credo che ne abbia !!) ed avrebbe scoperto in anticipo che Vincenzo De Luca non è che non è abituato a sostenere i contradditori e che, invece, lui non ne ha mai conosciuto neppure l’esistenza dall’alto del suo dominio assoluto della scena mediatica da oltre venti anni. Da quando, cioè, Luigi Gravagnuolo e Pino Cantillo agli inizi degli anni ‘90 quasi lo trascinavano davanti alle telecamere di TV/Oggi (io ero il direttore responsabile) per trasformare il suo look e la sua verve oratoria, sempre da solo e sempre senza contradditorio. Storico l’episodio accaduto la sera del 3 dicembre 1993, giornata conclusiva della campagna elettorale prima del ballottaggio del 5 dicembre; a TV/Oggi, dopo sorteggio, toccò l’ultimo confronto televisivo tra i due candidati De Luca e Acocella, la trasmissione doveva iniziare alle ore 23.30 e quando negli studi tutto era pronto ed io ero già seduto con Acocella ecco la sorpresa. De Luca pretendeva di parlare da solo, come altre tv nella stessa serata gli avevano consentito; insomma 15 minuti lui e 15 minuti Acocella. Per lui l’ultimo spezzone di spazio prima della mezzanotte. Fui molto deciso e con me fu d’accordo l’editore Ettore Lambiase e Vincenzo De Luca non potè fare il suo ultimo show. Questo era ed è Vincenzo De Luca, un lucano tutto d’un pezzo, con tanti difetti ma anche con alcuni pregi, tra i quali quello di mandare a quel paese i giornalisti che registrano di nascosto.

One thought on “Giornalismo: dalla lealtà di De Luca alle pretese della Gabanelli !!

  1. Non solo caro Direttore, a quello che lei ha scritto aggiungerei un fattore determinante che fa di questa informazione sporca ma, allo stesso tempo lodata e riverita, il fulcro centrale del giornalismo d’offesa e di speculazione. Spesso, dietro le sembianze di questi uomini d’azione della cultura giornalistica e, dietro questi programmi come Report e Striscia, si nasconde il peccato con la P maiuscola. Alcuni casi di lampante oltraggio a personaggi della politica, dello sport e compagnia cantando, sono stati commissionati ad hoc per smembrare un apparato o in singolo personaggio diventato scomodo a qualcuno. Per carità divina, molti servizi sono di sano giornalismo senza dubbio, ma qualche volta anche i ciclopi dell’informazione cadono in tentazione e, si sporcano l’obiettivo per restare parte integrante del mondo cosiddetto “VIP”.

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