PAGANI – <<Buffoni – Taci – Idiota – Vai a farti un bagno a mare – Buttati dal balcone che Pagani l’avete distrutta>>, si sono apostrofati così, l’un contro gli altri armati, Massimo D’Onofrio – Paolo Russomando e Tommaso Amabile (quest’ultimo non nuovo a simili baruffe), tre dei tanti (ormai inutili !!) consiglieri provinciali. Rossella Gambino, anzi la sua nomina nel CdA di Ecoambiente/Salerno il “casus belli” che ha mandato letteralmente in fibrillazione il Consiglio Provinciale di venerdì 19 luglio 2013. Una baraonda, quasi una rissa a tre con possibile coinvolgimento di altri sprovveduti consiglieri; fortunatamente l’attenta ma seppur tardiva regia di Fernando Zara ha interrotto il clamore degli insulti sospendendo la seduta e provocando, di fatto, anche la discesa dagli scranni del presidente Antonio Iannone per sedare i bollenti spiriti. Insomma una scena davvero vergognosa consumata nello storico salone di uno dei pochi sacrari istituzionali ancora rimasti. Una lite per nulla, una lite nata più per un problema di “ottusità politica” che per una causa sostanziale; sarebbe sufficiente un po’ di trasparenza per mettere tutti a tacere. Ma si sa ogni maggioranza ha sempre un imperdonabile “vulnus” che è rappresentato dal fatto di non voler consentire alle minoranze un agevole e pacifico accesso agli atti; quasi come se l’accesso potesse essere scambiato come un atto di “lesa maestà”. Questi “sconsiderati signori” delle maggioranze dovrebbero essere puniti e maltrattati, anzi esposti al pubblico ludibrio fino a quando non capiscono che vengono chiamati dal popolo a recitare la parte in un ruolo pubblico e che il popolo è e rimane l’unico sovrano. E questo vale anche per gli “amici di merenda” di quei consiglieri provinciali del PD che hanno chiesto con furore l’accesso agli atti per la nomina di Rossella Campitiello nel CdA di Ecoambiente/Salerno; hanno dimenticato troppo in fretta (ma in verità lo hanno dimenticato anche i giornalisti !!) cosa accadde qualche tempo fa al Comune di Salerno con il sindaco in prima persona ad irridere e beffeggiare i tentativi dei rappresentanti delle minoranze di accedere agli atti di importanti decisioni, di certo molto più importanti di una semplice nomina come quella della Campitiello nel CdA, nomina che è e rimane “fiduciaria” e, quindi, inappellabile purchè attribuita sulla base di “specifiche, riconosciute e consolidate” attitudini professionali in forza di titoli accademici legali. Il comportamento schizofrenico delle maggioranze per una cosa normalissima come l’accesso agli atti fa davvero rabbrividire. Se una minoranza non può avere legittimo accesso agli atti è segno che la democrazia è andata a farsi benedire. Ma al di là degli oramai consolidati schizofrenici atteggiamenti in seno al Comune di Salerno, dalla provincia mi sarei aspettato un comportamento molto diverso per dare davvero senso a quello slogan del “Tornare Grandi” che aveva invaso e pervaso l’intero territorio provinciale e che è finito, purtroppo, con l’essere soltanto un banalissimo slogan elettorale. Cosa c’è di meglio per una pubblica amministrazione che aprire i cassetti e mostrare le carte al popolo sovrano in modo da tranquillizzare tutto e tutti. Scopriremmo, così, che Rossella Campitiello nel novembre 2002 ha conseguito, con il massimo dei voti (110 e lode), la laurea in “economia aziendale” presso l’Università Partenope di Napoli; che dal 1998 al 2006 ha amministrato la Unigest srl (settore alberghiero) di Montecatini Terme; che dal 2010 amministra la Dialca srl (industria alimentare) e che, infine, dal 16 maggio 2013 fa parte del CdA di Ecoambiente/Salerno spa (gestione rifiuti). Punto. Se poi la Campitiello abbia o meno spiccate qualità tecnico/professionali per la gestione dei rifiuti non spetta a me scoprirlo o sindacarlo; nulla, ad esempio, vieta di impiegare la nominata in attività “operative aziendali” che nulla hanno a che fare con i rifiuti e molto con la “economia aziendale” di una società pubblica che è, comunque, un’azienda. Sulle nomine fiduciarie andrebbe, piuttosto, aperto un pubblico dibattito perché si ha la sensazione che vanno sempre offerte a persone o personaggi che prima ancora di essere affidabili sul piano tecnico-operativo sono soltanto “teste di cuoio” messe lì per obbedire al padrone nel nome di alchimie tattico/politiche per la conquista dei consensi elettorali. Ma quante nomine fiduciarie hanno fatto le amministrazioni provinciali precedenti e quante ne ha fatte il Comune capoluogo !! Non dobbiamo subito indignarci se la consuetudine è questa, dobbiamo semmai cercare di capire il più presto possibile se quella nomina è utile e redditizia per l’economia collettiva e non soltanto per le ambizioni o le tasche personali. E’ proprio questo il punto dolente del nostro sistema o, come si dice in gergo, del “nostro apparato di potere”; da noi tra il popolo e le istituzioni non c’è mai un rapporto diretto, in mezzo ci sono sempre “figuri ambigui” (se non loschi !!) che fanno da intermediari per coprire insani rapporti e squallide nefandezze. Per ritornare alla vicenda Campitiello/Ecoambiente va sicuramente detta una cosa fondamentale che attiene una giusta, anche se irrefrenabile, conquista del “potere” da parte delle donne nella vita pubblico-istituzionale; donne che hanno, rispetto ai maschietti, un valore aggiunto nel fatto che arrivano ai posti chiave della catena di comando con in pugno lauree da capogiro, probabilmente poca esperienza, e tantissima voglia di fare. Se quei tre nervosi e inquieti consiglieri provinciali (mi spiace molto per D’Onofrio che conosco direttamente come persona assolutamente corretta e trasparente !!) avessero pensato soltanto per un attimo a tutto quello che ho descritto avremmo, forse, evitato quella squallida manifestazione di impudente rissosità che per poco non è degenerata in una rissa collettiva tra maggioranza e opposizione. Rimane, comunque, aperto il problema della trasparenza e dell’accesso agli atti. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini