La boutade del giorno: dal ministro all’università !!

 

  da Mik Ing

 

MIKINGHIAMO-1: Ministra “orango”?  E il ‘padre’allora?

 

Raccontano le cronache dei nostri giorni che un orango bianco dei monti leghisti abbia fatto ingiusta pubblicità ad una ‘figlia’ di colore nero. Di quel magnifico animale l’albino genitore ha la statura, un po’ meno la bellezza, molto, ma molto meno, l’intelligenza. Ma, si sa, la natura fa sempre brutti scherzi ai belli e ai brutti, capovolgendo molto spesso il loro rapporto di discendenza diretta con i prodotti del parto. Nel caso del giorno, fortuna vuole che la figlia sia bella e viva nella sensibilità e nell’intelligenza, ricca di humour e nonchalance. A fronte di quel rozzo cafone del ‘padre’, unico, vero subumano in fuga verso l’interno di una specie – quella umana – cui pretende a tutti i costi di appartenere. E già! Perché, a quanto sembra, la nobile stirpe degli orango lo ha da tempo cacciato, rinnegandogli per sempre il diritto di farne parte. Sapranno gli umani fare altrettanto?

 

MIKINGHIAMO-2: Ma che c’entra Tommasetti?

 

Direttore, ma che c’entra Tommasetti? Il povero Cristo si è fidato del proprio rappresentante in terra e, da buon cristiano, gli ha creduto. Un viatico, comunque, di cui farà tesoro, visto che il distacco tra lui e la vecchiaia altrui è ragguardevole. La riflessione critica non è stata ingenerosa; anzi, certamente doverosa. Serva da lezione a lui e agli altri nelle ore in cui si vota. Il buon Aurelio avrà già incamerato il colpo e di prossima necessità farà virtù. Lui e Annibale sono in discesa dalle Alpi e avanzano verso la colonia multietnica del Sud. Le buone intenzioni e la buona volontà dell’uno, del più giovane, contro l’esperienza e la volpone ria del meno giovane. L’accademia, o quel che resta in questa defatigante corsa di piena estate alla magnifica poltrona, sembra orientata a favore di Aurelio. Sarebbe bello se vincesse, non meno bello se così fosse per il rivale. Titoli e qualità non sono in discussione. Certo, la giovinezza è di per sé vincente. Ti dà il tempo di farti le ossa sul campo, di porre riparo agli errori ed alle inesperienze di prima per meglio lavorare e decidere dopo. Se questo è vero, l’auspicio per chi è dentro quello parole.

 

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