No profit in Campania, parla il censimento.

 

Renato Messina (renatomessina87@gmail.com)

 NAPOLI – L’11 Luglio scorso sono stati presentati i primi dati del 9° Censimento dell’Industria e dei Servizi realizzato dall’ISTAT (disponibile gratuitamente online), con una sezione interamente dedicata al mondo del no profit. L’importanza di questa rilevazione risiede nel fatto che fino ad ora il settore non era stato ancora oggetto di un studio così esteso e approfondito e quindi, solo da questo momento sarà possibile cominciare a monitorarlo accuratamente. Al 31 Dicembre 2011 erano presenti in Campania 14.472 aziende senza scopo di lucro (il 4,8% del totale nazionale), un dato non brillante se messo a confronto con le oltre 25.000 attività registrate in Piemonte (che ha una popolazione residente inferiore a quella campana,  5,4 milioni i campani contro i 4,4 piemontesi, dati ISTAT). La distribuzione per categorie di attività è molto significativa; il 63% di queste ricade nel settore dello sport, cultura e ricreazione (con forte incidenza dello sport), seguono le attività di protezione civile ed assistenza sociale con il 10% e l’istruzione con il 6%. Le briciole sono divise in molteplici settori altrettanto importanti come sanità (3%), tutela dei diritti, sviluppo economico, ambiente, religione, filantropia, cooperazione internazionale (questi ultimi tutti intorno all’1%). Questa distribuzione è fondamentalmente in linea con quella che si evince dal dato nazionale dimostrando che comunque non ci sono evidenti distorsioni nel mondo del no profit campano. Un dato interessante che ho trovato confrontando la popolazione residente e la quantità di imprese no profit è che le province di Salerno, Avellino e Benevento esprimono ciascuna proporzionalmente più imprese non profit che quella di Napoli. Salerno ad esempio ha una popolazione che è il 19% di quelle campana, ma fornisce il 26% delle aziende no profit (3.767) della regione. Avellino con una quantità di residenti pari al 7% esprime il 12%. La provincia di Caserta è in linea con entrambi i dati al 16%, mentre Benevento con il 5% della popolazione arriva comunque all’8%. Il dato della provincia di Napoli è però negativo; sarebbe interessante capire se alla base di questo ci sia qualche ragione particolare. La provincia partenopea fornisce infatti il 53% della popolazione residente in Campania, ma provvede all’insieme delle attività no profit solo per il 38%. In termini assoluti le aziende no profit partenopee non sono poche (5.557), ma credo cominci ad essere significativo se visto in percentuale.  Spero quindi che gli operatori del settore, economisti e politici possano far luce (ed intervenire) sulle eventuali cause di questo squilibrio; ogni commento e suggerimento sarà ben accetto.

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