SALERNO – Dopo il blando e superficiale comunicato di solidarietà espresso dal Segretario del PD salernitano Nicola Landolfi sulla soppressione del tribunale di Sala Consilina , scritto dopo la sentenza della Consulta che di fatto condanna definitivamente la giustizia del Diano accorpandola a quella di Lagonegro, lo stesso Landolfi insieme al Consigliere Regionale Donato Pica, e al Deputato Tino Iannuzzi, si sono riuniti in summit. Una lunga e calibrata discussione sul come salvare il tribunale, sul come convincere la politica a schierarsi contro il decreto di revisione della geografia giudiziaria insomma, un’incontro che alla fine ha avuto l’effetto desiderato espresso con una lunga relazione firmata in calce dai tre moschettieri. Ve la riportiamo per intero:
<<Il segretario provinciale ha incontrato gli on.Pica e Iannuzzi per un estremo tentativo di salvare il Tribunale di Sala Consilina>>.
Questo è apparso sul sito del PD di Salerno, un resoconto preciso e soprattutto efficace, l’ennesima dimostrazione di disinteresse e di poco rispetto per i cittadini sempre più offesi ed amareggiati da un comportamento lontano mille miglia dall’etica del buon governo. Già in passato, i tre avevano dimostrato latitanza, a parte Donato Pica, che ha cercato alla meno peggio di interessarsi della vicenda sempre girando intorno all’ostacolo, gli altri due non si sono mai degnati di rappresentare la bandiera della politica, snobbando sempre le manifestazioni di protesta che dal settembre del 2011 si sono protratte proprio a difesa del presidio salese. Ieri l’ennesimo show. Il tribunale cari lettori poteva essere salvato anzi, doveva essere salvato senza se e senza ma. I presupposti giocavano tutti a favore di Sala Consilina, struttura più efficiente e più capiente, costi praticamente nulli, efficienza nei processi, più densità di territorio, tutti fattori che dovevano convincere chi ha deciso, a optare per l’estrema provincia salernitana. Invece no, perché a decidere è stata proprio la politica che ha fatto del buon viso cattivo gioco e, usando l’antica regola del pesce piccolo mangiato dal pesce grosso, ha invertito i ruoli optando per Lagonegro e per quella parte della Lucania in mano a quel Gianni Pittella che nel Partito Democratico ha un ruolo chiave. A nulla servono con due anni di ritardo sulla tabella di marcia le dimostrazioni di affetto di Landolfi, di Iannuzzi, di Pica, incapaci di reagire prima, per paura o forse per mantenere intatti alcuni equilibri interni al Partito. Lo scopriremo strada facendo. Oggi la certezza è che il 13 settembre prossimo il tribunale di Sala Consilina abbasserà definitivamente le saracinesche. Qualcuno insinua che forse resterà aperto per divenire sede distaccata di Lagonegro, voci solo voci che si susseguono nella ricerca spasmodica di trovare un appiglio a cui aggrapparsi per lenire quella che per tutti è l’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini del Vallo di Diano.