Aldo Bianchini
SALERNO – Probabilmente c’è qualcosa che non va per il verso giusto nella “direzione provinciale” del Popolo della Libertà. Per dirla tutta nel PdL non è mai andato bene niente (a livello di direttivo provinciale) ma da quando il partito è commissariato sembra proprio che le cose siano peggiorate, almeno sotto il profilo della partecipazione democratica alle “assise provinciali”. Da più parti si sussurra che le convocazioni delle riunioni provinciali vengono diramate con il sistema della “convocazione ad personam”, vale a dire che le convocazioni vengono notificate soltanto agli amici degli amici al fine di evitare, forse, che queste assemblee si trasformino in tanti “chiacchierifici” inutili e dispersivi. Probabilmente questo sistema è encomiabile per chi viene convocato, certamente appare ostile per chi rimane fuori. Il fatto, anzi il fattaccio, sarebbe accaduto (se la notizia mi è stata fornita con precisione temporale) lunedì 17 giugno 2013 ed il protagonista sarebbe stato il giovane Vittorio Acocella che, a quanto pare, sarebbe stato in precedenza sistematicamente escluso dalle convocazioni ad personam. Il giovane Acocella, almeno così si racconta, avrebbe letto su qualche quotidiano che il lunedì ci sarebbe stata una riunione del direttivo provinciale di cui lui fa parte. Non essendo stato convocato ha pensato bene di presentarsi comunque all’assise con grande sorpresa (forse !!) degli altri convenuti; anzi qualcuno dei presenti avrebbe addirittura manifestato apertamente la propria sorpresa per la presenza del giovane. Quest’ultimo, ovviamente, non si è lasciato sfuggire l’occasione per rimarcare la mancanza di democrazia all’interno di un organismo di partito che invece dovrebbe essere aperto a 360°. Alla fine il bravo Vittorio avrebbe anche avuto un diverbio direttamente con “il commissario” on. Mara Carfagna ed a quel punto avrebbe abbandonato la sala della riunione. Un episodio che mi auguro possa essere rapidamente chiarito e risolto non solo per la dovuta cortesia nei riguardi di un giovane ma per la stessa democrazia interna di un partito che della libertà ne ha fatto una bandiera pubblica. Capisco che le strutture organizzative dei partiti sono radicalmente cambiate rispetto ad alcuni anni fa e con questo non intendo né enfatizzare più di tanto lo spiacevole episodio che sarebbe occorso a Vittorio Acocella ma neppure sottacere che, appunto, la democrazia interna nel PdL, come negli altri partiti, è ormai finita nel dimenticatoio. Le riunioni dei direttivi provinciali servivano e servono proprio per alimentare il dibattito interno di tutti i partiti che devono riuscire a fare di quei momenti un punto di riferimento e di partenza verso gli obiettivi comuni. Non è più possibile e non è affatto proponibile il famoso “se non sei con me sei contro di me”, almeno non è pensabile che questo detto possa essere esercitato apertamente e pubblicamente convocando a piacimento questo o quel membro del pur esistente direttivo (di qualsiasi livello esso sia !!). Un fatto come quello che ho testè descritto, se vero, getta un velo di dubbia democrazia su un direttivo provinciale che negli ultimi mesi sta dando prova di voler cambiare le regole del gioco per l’affermazione piena della libertà democratica nella partecipazione alle decisioni che dovranno, poi, essere calate specificamente sull’intero corpo elettorale del PdL e più in generale sull’intera comunità della provincia di Salerno. Mi auguro che presto venga dalla segreteria provinciale del PdL una nota di chiarimento al fine di diradare qualsiasi dubbio sulla vicenda che, in tutta onestà, mi pare alquanto paradossale. Meglio, però, aspettare qualche notizia ufficiale.