Antonio Citera
SALA CONSILINA – In segno di protesta contro la soppressione del tribunale di Sala Consilina, il sindaco della cittadina in provincia di Salerno, Gaetano Ferrari, ha restituito al Quirinale la foto del Presidente Napolitano esposta nella stanza di rappresentanza del Comune. ”Le invio – scrive Ferrari – la Sua foto, poiche’ tra la difesa di un giusto particolarismo e una riforma sbagliata, sto con la gente”. Questa la notizia battuta dall’ANSA nella giornata di ieri e diffusa capillarmente da gran parte dei quotidiani in tutta Italia. Un gesto da apprezzare, coraggioso ed esibizionista nello stesso tempo. Il sindaco Ferrari, che da sempre nel bene e nel male si batte per quella che tutti o quasi considerano una scelta irrazionale e indecorosa, fatta da un Governo che appoggiato dagli ambienti politici in loco, ha messo in essere,trascinando in terra Lucana la giustizia di un intero comprensorio già vittima designata di un malessere diffuso chiamato “Malgoverno”. Altri prima di Ferrari nello Stivale e per la stessa causa, hanno ammainato la bandiera Italiana senza ottenere i risultati sperati. La Riforma della Geografia Giudiziaria, si farà, il 13 settembre prossimo, Sala Consilina resterà orfana del suo tribunale. Napolitano in tutto questo come del resto nello scacchiere della politica italiana conta quanto il due di briscole, le decisioni quelle vere, sono dettate dai poteri forti, dalla classe economica che conta, dai politici senza scrupoli, dall’influenza della Merkel e via cantando. L’Italia deve dimostrare al mondo di essere al passo coi tempi, questo sembra essere il vero obiettivo, poi se nel gioco a rimetterci sono i cittadini non interessa a nessuno. Il Tribunale di Sala Consilina, fiore all’occhiello di una giustizia a motore diesel, si è sempre distinto per celerità, professionalità, una struttura a costo zero in un territorio che soffre in maniera evidente il perdurare di una crisi economica che ha impoverito perfino la dignità dei cittadini. L’ennesimo scippo, l’ennesima vergogna nazionale, sopprimere un tribunale utile e indispensabile per salvarne uno quello di Lagonegro più piccolo e per di più locato in una regione diversa. Ma si sa in questa particolare era storica vige la legge della politica mangia politica, ossia chi conta di più vive più a lungo e in quest’ottica, Gianni Pittella ha tanto da insegnare ai politici di serie B del nostro Diano. In questo scenario tragico, il gesto del sindaco Ferrari, va a collocarsi nel girone dei delusi, più una questione di principio che una vera forma di protesta. Ricordo bene quando tutti i sindaci del comprensorio minacciarono di dimettersi qualora la soppressione del tribunale di Sala Consilina sarebbe stata cosa certa, ora lo è, ma di dimissioni non se ne parla più. Tornando a Napolitano, anche lui in qualche modo figlio del Diano storico, conoscitore e frequentatore del nostro amato territorio, non ha voluto o non ha potuto fermare lo scempio, perché parte integrante di questo grande e macchinoso sistema politico o pseudo tale chiamato Italia.