Da uff.stampa Fond.Alario
ASCEA – Promossa dalla Fondazione Alario per Elea-Velia ONLUS, è stata costituita ieri l’Associazione Musicale Essercilento, che ha la finalità di promuovere e valorizzare la cultura musicale del territorio. Nella mission dell’associazione, la tutela e il rilancio del genere etnico, spesso tramandato dalla tradizione orale dei cantautori locali. Tali espressioni artistiche “di base” rappresentano un marcato elemento identitario della ‘Città del Parco’, la comunità allargata e diffusa alla quale la Fondazione Alario sta lavorando alacremente. La presidenza dell’associazione è stata assunta dall’avv. Pasquale D’Angiolillo, in rappresentanza della Fondazione Alario quale socio di diritto dell’associazione. Angelo (Lillo) De Marco è il vicepresidente del sodalizio; i consiglieri sono: Piera Lombardi, Paola Salurso, Maria Cardillo, Mauro Navarra, Sergio Scavariello, Angelo Loia e Tonino Valletta. Tra i soci fondatori, oltre ai componenti del Consiglio direttivo, figurano le più rappresentative associazioni musicali del territorio a sud della provincia di Salerno. L’associazione, che avrà sede presso il Palazzo Alario della omonima Fondazione, già dal prossimo mese aggregherà le comunità del Parco con iniziative culturali e di spettacolo.
Complimenti infiniti a queta, nuove, splendida iniziativa culturale che sicuramente saprà dare voce a quanti navigano nel mare dell’Arte, della musica , del bel canto e della poesia. Quest’ultima, sicuramente, è la scintilla essenziale per creare eterni canzoni con appropriate melodie musicali. A parer mio, bisognerebbe sfruttare poesie metriche dove vi è già la propria musicalità. infatti, tutte le nostre belle canzoni del passato, sono spesso derivate da rime endecasillebe o settenarie e miste. Cordialità e auguri infiniti.
P.S. Aggiungo una mia modesta poesia che spiega meglio il mio concetto:
‘E PUETE
Si’ ccà turnasse Bovio
cu Nicolardi e E,A.Mario,
cchiù ‘e quacche temerario
mo putarrìa tremmà.
Persi’ Don Salvatore* 1 (intendo salvatore Di giacomo)
cu Ferdinando Russo
‘stu ddiec’’e liscebbusso
le putarrìano fa:
– Che so’ chesti parole
vacante e senza amore?!
Pe’ Napule ‘nt’’o core
nu’ ne tenite cchiù?
Guagliù, cu chisti vierse
facite ‘na canzone
ca regge ‘na stagione,
nun pe’ l’eternità.
V’avimmo perciò dìcere
ca nuie d’’o reliquario,
‘e ppenne e ‘o calamario
‘n’avimmo a chi ‘e llassà.
Alfredo Varriale
Mi scuso. Volevo dire versi endecasillabi e settenari e non rime ecc…La poesia, infatti, è una cosa seria che, secondo me , dovrebbe contenere quei canoni essenziali che tanto lustro hanno riscosso nei secoli passati. cordialità, alfredo varriale