Antonio Citera
SANZA – Oggi parliamo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano istituito nel 1991 con lo scopo preciso di circoscrivere un’area protetta di 181.048 ettari sulla terra ferma, e 9000 in mare. Uno scopo nobile, che nel corso degli anni nelle varie e discusse presidenze, ha anche ottenuto dei riconoscimenti al merito entrando a far parte di un circuito di interesse mondiale. Oggi come ieri dunque il PNCVD, è senza dubbio una risorsa in più del nostro territorio, che di risorse ne ha un urgente bisogno. Entrando nello specifico, e scandagliando il territorio palmo dopo palmo, ci accorgiamo che non sempre ciò che si dice corrisponde al vero. Se da un lato la sua azione ha portato “progresso”, dall’altro come nel caso specifico del comune di Sanza, ha creato disagio ai cittadini, i quali recriminano da sempre la non utilità di questo strumento portatore di vincoli e in alcuni casi estremi, simulando uno stato di polizia che spesso ha vincolato l’esistenza e la libera circolazione delle persone sul proprio territorio. Da anni, promesse mai mantenute da parte dei vertici dell’Ente, hanno creato una sorta di amore e odio tra la Comunità Sanzese e il PNCVD. Ricordo le parole dell’attuale Presidente Amilcare Troiano, che in veste privata una domenica di qualche anno fa, recatosi a Sanza, tra le bellezze del territorio e, tra un bicchiere di vino condito con le prelibatezze gastronomiche del luogo, sbalordito e meravigliato dalla bellezza del territorio, ha proclamato l’area ai piedi del Cervati (che offre al Parco molti ettari di territorio), il nucleo principale su cui investire per il futuro del progresso sia sociale che economico. Addirittura ricordo bene che fu lui stesso, visitando il Centro di Educazione Ambientale, un antico Monastero ristrutturato sito nella località Salemme, a sbandierare ai sette venti la concreta possibilità di decentrare alcuni uffici da Vallo della Lucania proprio a Sanza, per dimostrare e soprattutto per incrementare lo sviluppo dell’ area. Dopo anni di attesa, niente di fatto, anzi dall’ultimo bando del PNCVD , un avviso pubblico di manifestazione di interesse, si evince che anche le baite sul monte Cervati, rifugi in legno costruiti anni or sono (sui quali c’è un comodato d’uso trentennale a favore del Comune di Sanza) e mai utilizzati tranne che nell’ultimo anno, di proprietà dello stesso PNCVD, ma che fino ad oggi non ha mai preso in considerazione lasciandole alla mercè dell’ abbandono totale, tenute in piedi da costanti e frequenti manutenzioni effettuate dal Comune di Sanza. Scopo di questi rifugi è quello di creare un habitat confortevole per i turisti e i frequentatori delle cime del monte. Detto questo, nulla di sbagliato, nulla da recriminare, se non il fatto che dell’avviso pubblico, il Comune di Sanza ne è venuto a conoscenza per mezzo di terze persone che col Parco Nazionale non hanno nulla a che fare. Non un avviso scritto, non una telefonata, una non eticità diffusa, che va oltre la contesa, che si diffonde nell’aria come tanti luoghi comuni di gestioni ordinarie e connivenze d’interessi che si discostano dal vero principio dell’essere. Il bando lanciato dal Parco, “ Rete di servizi turistico – culturali di eccellenza” intende affidare a soggetti privati alcuni beni di comodato e di proprietà ricadenti sul perimetro dello stesso. Li elenchiamo:
1. MONTECORICE Ripe rosse PERCORSO NATURALISTICO
2. SACCO Rifugio monte Motola Rifugio Montano
3. SANT’ARSENIO Rifugio Monte Carmelo Rifugio Montano con aree sosta
4. CORLETO MONFORTE Rifugio montano loc. Corcomona Rifugio montano
5. SANZA Rifugi in legno Monte Cervati Rifugio montano
6. ASCEA Punta del Telegrafo PERCORSO NATURALISTICO
7. CENTOLA Pineta Palinuro PERCORSO NATURALISTICO
8. LAURINO Palazzo Ducale Museo multimediale
9. CENTOLA MOLPA: terreni con macchia mediterranea e pini PERCORSO NATURALISTICO
10. SASSANO Centro Polifunzionale Centro Polivalente per convegni e mostre
11. SAN PIETRO AL TANAGRO Centro accoglienza loc. Centro di Accoglienza Montano
12. ROCCADASPIDE Borgo di Pietracupa Servizi di accoglienza turistica e ospitalità diffusa
13. SAN MAURO LA BRUCA Area faunistica Itinerario naturalistico con sentiero antichi mulini
A Sanza la notizia è stata appresa e mal digerita da parte dell’Amministrazione Comunale e da parte dell’intera collettività, che pur di salvaguardare la già negata dignità, combatterà in ogni sede e con ogni mezzo legale, per evitare l’ennesimo scippo al territorio.