CICLISMO: 96 volte “rosa”

Aldo Bianchini

BRESCIA – La 96^ edizione del Giro d’Italia, la mitica corsa rosa, ha registrato la vittoria schiacciante e senza macchie del ciclista siciliano Vincenzo Nibali. Non è nuovo per le corse a tappe: nel 2010 è arrivato terzo, nel 2011 secondo e nel 2013 primo; nel 2012, ha rinunciato al giro, ed è arrivato terzo al Tour. Dati eloquenti che confermano una certa predisposizione di Nibali per le grandi corse a tappe se si tiene conto anche della vittoria alla Vuelta del 2010. Non solo, ha vinto la Milano-San Remo nel 2009, il mondiale in linea nel 2011 e il mondiale in pista nel 2005 e 2008. Un campione, quindi, che con le luci e le ombre del ciclismo di questi tempi dovrà, comunque, dimostrare tutto il suo valore effettivo se riuscirà a vincere un’altra grande corsa a tappe, ovvero una nuova vittoria al Giro o un’impresa al Tour, corse alla sua portata. Soltanto così potrà entrare nella storia di questo glorioso sport che negli ultimi anni ci ha abituati più alle alchimie chimiche e farmaceutiche che alle grandi imprese come quella compiuta dallo stesso Nibali nella tappa delle mitiche “Tre cime di Lavaredo” che ha rimandato indietro l’orologio della storia a quel giorno del 1956 quando sul Monte Bondone si presentò soltanto il belga Charly Gaul per vincere il suo primo Giro d’Italia. Nella storia della corsa rosa soltanto 19 ciclisti hanno vinto più di una volta il Giro con punte eccellenti per Binda, Coppi e Merchx che lo hanno vinto per ben 5 volte. Quattro corridori lo hanno vinto 3 volte: Brunero, Bartali, Magni e Gimondi. Tutti gli altri 2 volte: Galetti, Girardengo, Valetti, Gaul, Anquetil, Balmamion, Hinault, Indurain, Gotti, Simoni, Savoldelli e Basso. Una nota particolare va spesa per Fausto Coppi che, dopo aver vinto il giro del 1940, a soli venti anni, fu costretto dalla guerra a perdere sei anni di corse; eppure dopo il conflitto rivinse il giro per altre quattro volte. Soltanto immaginabile cosa avrebbe potuto fare il grande Fausto se avesse potuto correre, giro e tour, negli anni della sua splendente giovinezza consumata sui vari fronti di guerra. Vincenzo Nibali, comunque, rimane un fenomeno unico essendo un corridore nato e cresciuto in Sicilia, una terra che non ha certamente mai dato i natali ad un campione ciclistico della statura del trionfatore della 96^ edizione del Giro d’Italia. Non andrà al Tour de France, un vero peccato; ma oggi non è come ieri, il tour e il giro sono due corse profondamente diverse e vanno preparate attentamente e per tempo. Vincenzo Nibali ha 28 anni ed è, dunque, nel pieno della sua maturità psico-fisica, potrà contare almeno su altri cinque anni buoni con margini ancora alti di miglioramento. Speriamo di salutarlo come uno dei grandi campioni in grado di ridare a questo straordinario sport la credibilità del passato, quando le gesta epiche di Coppi e Bartali rimbombavano in tutte le piazze del Paese-Italia.

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