SALERNO – Da qualche giorno la città capoluogo e, credo, anche altre città della provincia sono letteralmente tappezzate di manifesti che annunciano l’avvio del tesseramento 2013 per l’Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro (l’ex magistrato di “mani pulite”) che alle ultime elezioni politiche non ha presentato proprie liste di candidati. Martedì mattina 22 maggio 2013 stavo leggendo uno dei manifesti affissi per Torrione quando alle mie spalle ho sentito una voce molto cruda: <<Ma tenen’ o’ curaggio ancor ‘e se presentà>>. Mi sono girato un po’ sconvolto e mi sono ritrovato di fronte un signore qualsiasi, del ceto medio basso della nostra città, probabilmente già pensionato da molti anni, che guardandomi e riconoscendomi come giornalista ha continuato a sibilare: <<Io non ci capisco proprio più nulla, dopo tutto quello che questi signori hanno combinato negli ultimi anni hanno ancora la faccia tosta di presentarsi pubblicamente per chiedere addirittura soldi per il tesseramento, ma qui davvero siamo fuori dalla grazia di Dio>>. Ho capito subito che il signore non parlava tanto per dirmi qualcosa ma che lo faceva per sfogare tutta la rabbia che aveva dentro nei riguardi della politica che un tempo lo attirava e lo coinvolgeva e che oggi gli faceva turare il naso. Ho provato a rimettere in ordine le cose e, pazientemente, gli ho spiegato che non si tratta di coraggio di presentarsi ma di semplice gioco democratico in forza del quale tutti hanno diritto a scendere in campo per i propri ideali. Non l’avessi mai detto; il signore lestamente ha replicato <<Ma quali ideali, direttò, questa è gente che si fotte soltanto i soldi, tutti, sia a destra che a sinistra>>. Non è così, ho risposto, provando a fermare quel fiume in pieno, in ogni attività c’è una macchia nera ma non bisogna generalizzare soprattutto quando si parla di politici perché è talmente facile sparare loro addosso che è come se si sparasse sulla Croce Rossa. E poi, egregio signore, ho continuato, c’è un altro aspetto della vicenda che lei deve considerare; le inchieste giudiziarie servono proprio ad individuare ed eliminare le mele marce in modo che gli altri, tutti gli altri possono continuare il loro lavoro ed il loro impegno con trasparenza e legalità. <<Ma quale trasparenza e legalità, si vede che voi fate il giornalista e volete convincermi di una cosa che non sta né in cielo e né in terra. Figuratevi poi i magistrati, ma è meglio che sto zitto, non mi fate parlare>>. Non mi sono arreso e l’ho stimolato ad essere meno qualunquista perché in fondo dire che tutto va male e che è tutto da rifare è un esercizio abbastanza facile e, forse, anche abbastanza credibile ma che sul piano della realtà è un esercizio solo distruttivo; caro signore la critica è giusta ma deve essere costruttiva. Capisco, gli ho detto, che probabilmente siete rimasto colpito da questo manifesto dell’Italia dei Valori ma la cosa non deve dispiacervi più di tanto perché se facessero tutti così, come l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, le cose le potremmo analizzare alla luce del sole. Il tesseramento è in fondo un atto di fiducia verso un partito, un atto che un cittadino sceglie volontariamente di compiere senza condizionamenti. Il signore stava per replicare nuovamente quando, fortunatamente, è sopraggiunto Tonino Samele (il mio “barbiere” di fiducia”) che affacciatosi sull’uscio del negozio mi ha chiamato per dirmi che era giunto il mio turno. Prima d entrare ho dato un ultimo sguardo a quel cittadino che mentre si stava allontanando gesticolava vistosamente; probabilmente avrebbe voluto continuare la sua discussione da uomo deluso da tutto e da tutti. E come lui, credo, ce ne sono tantissimi.