INPS: sospese provvisoriamente le visite fiscali

Da Francesco Cammarano

Nell’ambito dei provvedimenti finalizzati al taglio delle spese superflue, l’Inps decide di sospendere provvisoriamente le visite mediche di controllo per le assenze dei dipendenti pubblici e privati. La scelta è stata adottata, per raggiungere l’obiettivo di 500 milioni di euro di risparmi sul bilancio 2013, come previsto dalla legge di stabilità. La notizia è stata diffusa da poche ore attraverso un breve comunicato stampa della Fimmg Inps (Sindacato dei medici di famiglia), in cui si spiega che la decisione potrebbe portare al licenziamento di mille medici, dal momento che le visite fiscali ammontano al 75% delle visite totali, pari a 1,5 milioni di controlli ogni anno.  I medici interessati, all’oscuro di tutto, hanno ricevuto una circolare dall’Inps dal titolo “Temporanea sospensione delle procedure relative alle visite mediche di controllo”, in cui si fa presente appunto che, alla luce delle misure di contenimento della spesa, si prescrive lo stop alle visite mediche di controllo inviate d’ufficio dall’istituto, fermo restando ovviamente la possibilità che a decidere la visita (e ad accollarsene i costi) sia l’azienda (AGI). Quali effetti scaturiranno in seguito a questa decisione adottata dall’Inps? “In poche settimane verificheremo un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d’ufficio”. E’ quanto dichiara Alfredo Petrone, coordinatore nazionale del settore Fimmg Inps , che in seguito aggiunge: “le visite mediche di controllo Inps richieste dall’Istituto hanno da sempre rappresentato un punto di forza nella lotta all’abuso dell’assenteismo di malattia. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la dirigenza dell’Inps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare anche la Corte dei Conti di ciò che si profila come un errore perfetto”. Dunque la scelta dell’Inps avrà molteplici conseguenze: in primo ordine c’è da aspettarsi a breve termine un rapido incremento dell’assenteismo di massa, una problematica estremamente rilevante, una piaga sociale senza tempo per l’intero sistema –lavoro. Secondo le stime, questo pericolo avrebbe una ricaduta economica particolarmente negativa che costringerà in seguito ad assumere delle contromisure economiche urgenti atte a bloccare l’emorragia derivabile da una scelta del genere . «L’istituto spende ogni anno 50 milioni per le visite fiscali d’ufficio, ma – fa notare Petrone – basta che ci sia un aumento dello 0,1% di assenze per malattia per far perdere 100 milioni». Contemporaneamente, l’assenteismo di massa rappresenterebbe l’ennesimo colpo basso nei riguardi di tutti quei lavoratori onesti beneficiari di limitati permessi annuari, richiesti (a volte anche con difficoltà) solo per motivi validi: questo inoltre, favorirebbe la consequenziale vittoria di quella vasta categoria di “lavoratori” assenteisti “compulsivi” che, raggirando le norme dei loro specifici contratti, sistematicamente non si recano in azienda eccependo malattie false o peggio ancora perché effettuano un secondo lavoro fuori regola, alla faccia dei milioni di giovani disoccupati e di tutti quei professionisti integerrimi, presenti al lavoro “col bello e col cattivo tempo”, magari vagheggiando dopo 40 anni di onorato servizio, l’agognato traguardo del pensionamento. La forbice ,ovvero “l’arte del taglio delle spese inutili” è uno strumento certamente indispensabile per far quadrare i bilanci di un ente in un momento economico cosi delicato come quello attuale: tuttavia tali provvedimenti, dovrebbero prima di tutto riguardare le voci dirigenziali dei rendiconti aziendali e non i capitoli inerenti ai dipendenti e al lavoro in senso ampio . Ad ogni modo attendiamo e seguiremo con attenzione gli sviluppi di questa notizia.       

 

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