CATECHESI INCISIVA

Alfonso D’Alessio

Qualche dì or sono, in un affermato gioco a quiz televisivo trasmesso da un canale nazionale, una concorrente non ha saputo rispondere ad una domanda sul Vangelo. Fin qui nulla di strano, infatti anche se la domanda era semplice e riguardava un testo del Vangelo proclamato qualche giorno prima in tutte le chiese, siamo abituati a dover riscontrare la triste ignoranza, sempre più crescente, che riguarda i testi sacri. Ma c’è una particolarità, la concorrente aveva affermato con orgoglio di essere una catechista impegnata nella sua parrocchia d’origine. Ora se si considera che il suo ruolo è quello di trasmettere l’insegnamento della fede ai più giovani della comunità cattolica, attraverso l’insegnamento e la testimonianza, allora c’è da preoccuparsi. Nel caso in specie l’amnesia potrebbe essere dovuta all’emozione che gioca brutti scherzi, ma un esame di coscienza anche per il clero, i pastori della comunità, s’impone. Le nonne, catechizzate col vecchio metodo, alle domande sulla propria identità religiosa, generalmente sanno rispondere. Forse avranno imparato una formula di cui non comprendono a pieno il significato, ma almeno hanno un dato di partenza su cui riflettere. Oggi si dice di voler prediligere la comprensione più che l’acquisizione di formule, con risultato però, che non si ha nell’uno ne l’altro. E allora? Forse la soluzione starà nel mezzo, e certo non nasce solo dal confronto di modelli e pedagogici e scuole di pensiero, bensì dall’esperienza di una comunità che innanzitutto vive ciò che annuncia. Un altro episodio che invita alla riflessione è quello di un signore che, in un esercizio commerciale, criticava la scelta del suo parroco di far indossare per la prima comunione dei bambini lo stesso abito a tutti. E affermava di non sapere cosa fare in futuro del camice, in quanto inutile anche per il carnevale. Dall’affermazione si capisce quale profonda comprensione potesse avere di ciò che il figlio di lì a poco avrebbe vissuto. Ma anche questo deve far riflettere su come la catechesi, per tutti, sia sempre più necessaria per vincere il paganesimo ormai imperante. Non basta lasciarsi afferrare dalla semplicità di Papa Francesco per vivere la fede, bisogna seguirlo e imitarlo nello stile. Altrimenti si faranno solo chiacchiere che voleranno col vento proprio come l’onda dell’emozione.

Alfonso D’Alessio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *