di Corrado Caso (medico – giornalista)
Il termine “Meteorologia” è successivo a un’opera di Aristotele1 (340 a.C.). Essa fa riferimento allo studio (logos) di oggetti alti nel cielo (meteoron). L’Opera fu ripresa e ampliata, in un tentativo di previsioni del tempo, dal suo allievo Teofrasto nel “Libro dei sogni” e da Arato in “I Fenomeni” e da Tolomeo in “L’Almagesto”. Le osservazioni degli autori greci rimasero per secoli le uniche a essere conosciute. Soltanto nel Rinascimento, grandioso fenomeno del tutto italiano, la meteorologia divenne la scienza che studia i fenomeni fisici responsabili del tempo atmosferico. Si costruirono, in un’epoca di arte e ricerca, strumenti quali l’anemometro di Leon Batista Alberti, il termometro di Galileo, il barometro di Torricelli, il pluviometro di Castelli e altri. Il rinnovato interesse verso una scienza delle previsioni è rappresentato dalla costruzione della prima Torre per osservazioni e previsioni meteorologiche fatta erigere nel 1650 dal Granduca di Toscana Ferdinando II. Ai giorni nostri 10.000 stazioni sono disseminate sul pianeta. Esse misurano, attraverso il sistema satellitare e in tempo reale, le condizioni del tempo con un grande margine di attendibilità.
Le meteoropatie sono manifestazioni cliniche che tendono a colpire gruppi di persone interessate in un rapporto cronologico e di causa-effetto, statisticamente documentabile, da un identico fenomeno atmosferico. Le espressioni cliniche, nella maggior parte dei casi, precedono e/o seguono di uno o due giorni, l’evento climatico, particolarmente se quest’ultimo è rapido nell’insorgenza e di particolare intensità. Un italiano su tre soffre di meteoropatia. L’età maggiormente a rischio è quella infantile. Il genere più esposto è il femminile particolarmente in età puberale e climaterica: periodi della vita caratterizzati da una più evidente risposta vegetativa e da una accentuata disarmonia estro-progestinica. Oltre il dato statistico si può affermare che la sindrome meteoropatica riguarda, in forme più o meno sintomatiche, la totalità degli organismi viventi. La sua diversa espressività è ancora condizionata dalla natura e intensità delle variazioni atmosferiche, dalla costituzione psico-fisica individuale, dai ritmi biologici e dalla presenza di eventuali patologie preesistenti: iper/ipotiroidismo, iposurrenalismo, disfunzioni epatiche, sindromi psichiche, malattie debilitanti sulle quali il clima esercita un ruolo causale, concausale, aggravante o semplicemente accessorio del loro decorso. Non secondario è il ruolo svolto dalla mediazione dell’esperienza soggettiva, culturale, ambientale e sociale, il patrimonio genetico e la personalità dei soggetti interessati